Una band di 35.000 elementi

E così Bruce Springsteen torna in Italia con la sua band di 35.000 elementi, di cui una dozzina dotati di strumenti. Gustarsi un suo show dall'alto aiuta a capire come la E Street Band sia solo una minuscola parte di ciò che produce la sua musica, sia all'attivo che al passivo. Enormi flussi emozionali scorrono come correnti oceaniche tra le dune dell'Olimpico, arrivando sul sontuoso palco da tre maxischermi e mille fari e rimbalzando indietro come ribattute in una infinita partita di tennis. Certo, il parafulmine di tante scariche elettriche è quel piccoletto col gilet e la Telecaster che urla tutta l'America che ha in gola, che non sta fermo un minuto, che sembra non ricordarsi nemmeno cosa sia uscito anni fa dalla sua penna migliore e cosa invece sia stato scritto l'altro ieri. Può parlarti di un ragazzino di colore tritato dalle pistole di poliziotti prevenuti, può parlarti di un sogno americano che si scioglie correndo, può accompagnarti mentre guidi per tutta la notte; può persino convincere i 35.000 della band sotto al palco a fare il trenino cantando "ciuff ciuff" per dieci minuti e renderla la cosa più bella che farai da qui a un mese. Perché Springsteen è due accordi maggiori e uno minore, magari pure con la cassa in quattro e il basso sulla tonica; ma è il rock'n'roll, e quando te lo sparano addosso tre chitarre e un ruggito coi guanti di pelle diventa inevitabilmente "altro". E allora ci si può permettere tutto: bagni di folla, baci alle fans in lacrime, microfono in prestito a spettatori under 10, raccolta di cartelli in cui, incredibile, non campeggiano "I love you" ma richieste e promesse di chi gli darebbe (gli ha già dato) la vita. Solo lui può chiudere con dieci minuti di "La Bamba" rendendola l'inno nazionale della sua E Street Band da 35.000 elementi.