Il giudizio di Dente

Il cantautore emiliano continua a racccogliere consensi con il suo terzo album

Recensione
pop
Spazio 211 Torino
02 Aprile 2009
Evidentemente per saper essere semplici ci vuole una certa maturità. Le canzoni di Dente, cantautore al terzo album ("L'amore non è bello"), portano in dote una freschezza vagamente malinconica e battistiana, tant'è che gli Afterhours lo hanno voluto sulla loro raccolta "Il paese è reale" e i media si stanno accorgendo di lui dandogli il giusto spazio, alla tenera età di 33 anni. A Torino chiude con il suo quartetto le selezioni regionali di Arezzo Wave (gruppo promosso per la finale di Livorno: Sidera Ves; band che aprirà il Traffic torinese: Treni all'alba; entrambi da tenere d'occhio) portando, dopo rumori e cupezze dei concorrenti, una spensieratezza corroborante - tanto quando parla di momenti felici che quando si dedica a fallimenti amorosi. Sì perché come da titolo, "L'amore non è bello" parla di un tema, quello dei sentimenti e delle relazioni che creano, che non è certo di stretta attualità; "ma io canto della mia vita, mica di quella degli altri" spiega con gran sincerità: ed è un bene, perché è difficile non riconoscersi nelle sue liriche che propongono vite di coppia tra discount e scatolette, cenette romantiche fallite, amori platonici, mazzi di fiori da comprarsi da soli e cuoricini pronti a scoppiare. Detta così la faccenda è a rischio nausea, ma Dente ha una penna adulta nel suo parlare semplice, proclama di "amare le canzoni coi finali tristi" e musicalmente ha la verve acustica e immediata del Battisti di "Amore non amore" o "Io tu noi tutti", qualcosa che nel panorama attuale lo rende un alieno del cantautorato nostrano con le sue canzoni d'amore a doppio strato.

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