Trombe mediterranee, oltre
Due progetti in tour per l'Italia, con band di ottoni balcaniche in progetti di contaminazione con le trombe pop di Roy Paci o jazz di Paolo Fresu
Recensione
classica
Musica balcanica, bande di ottoni per matrimoni e funerali, carneficine e sensualità... in realtà, nella stessa settimana, nello stesso teatro della stessa città (il vitale Teatro Colosseo di Torino, sfacciatamente estraneo all'acustica) abbiamo ascoltato due progetti che stanno girando l'Italia e che hanno alla base il "tipico" complesso di trombe, cornette, flicorni, tube, bassotuba, tamburi, percussioni "balcanico" e due o tre "star" di musiche non trad: la formula ideata dal management di Boban Markovic e figlio Marco, rom di Serbia, ha fatto scuola; loro ritornano, con il pop Roy Paci e il klezmer Frank London, e scaricano un muro di energia d'ottone impressionante, dove gli assoli (di Marco Markovic seguace di Miles Davis, del casinista Paci, del buffoncello London) tracciano ognuno una storia di altre musiche, di fila e filoni che da un altrove (la Sicilia di bande cattoliche paesane e ska urbano di Paci, la New York ebraica dei Klezmatics di London) incrociano pianti e gioia di una virtuosa band in camiciotto e canotta. Se nel cartellone di Musica 90 vige la world che duetta con il pop, in quello di Hiroshima Mon Amour c'è il jazz lunare e ancestrale di Paolo Fresu e del funambolico pianoforte di Antonello Salis che metabolizzano con sofisticata orchestrazione un altro popolo dei Balcani, quello macedone della Kocani Orkestar: come disse l'Imperatore d'Austria a un esterrefatto Mozart, anche qui "troppe note" e dieci trombe dentro amplificazione!!! ma quando l'ala superna dell'improvvisazione benefica la serata, il flicorno elettronicamente trattato di Fresu porta un po' di estatica catarsi.
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