Riascoltando i vicini di Rossini

Continua al ROF la lodevole opera di rivalutazione di compositori dimenticati

Recensione
classica
Rossini Opera Festival Pesaro
Giuseppe Mosca
19 Agosto 2002
L'immagine che ci viene dai recensori rossiniani della prima ora è quella di un turbine musicale irresistibile che invase inatteso le sale teatrali di tutta Italia. L'effetto emotivo sortito nel pubblico d'allora è difficilmente quantificabile oggi, non essendo noi in grado di assaporare quanta novità sprigionasse dalle geniali partiture del giovanissimo Rossini; possiamo tuttavia toccar con mano il livello di elettricità musicale insito in ogni sua nota ogni qualvolta ci accostiamo a qualche lavoro coevo: per quanto ben fatto, ci suonerà un po' "insipido", nella generale incapacità di tradurre gesti verbali e scenici in gesti musicali altrettanto icastici. L'iniziativa intrapresa per il secondo anno consecutivo dal festival pesarese, volta a dissotterrare i nomi di quei compositori operistici che pur costituirono il modello di partenza per Rossini, ci aiuta lodevolmente in tale indagine storico-estetica. Per meglio operare il raffronto, sono fatte oggetto di trascrizione ed esecuzione alcune farse (cioè opere buffe o semiserie in un solo atto) nate attorno al 1810 in quella fucina che fu il piccolo teatro veneziano di San Moisè e che tenne a battesimo anche il ventenne Rossini con le sue cinque farse giovanili (dalla "Cambiale di matrimonio" al "Signor Bruschino"). La ricorrenza dei medesimi librettisti e di un impianto drammatico-musicale pressoché costante ci consente di puntare tutta l'attenzione sull'unica variabile significativa: l'estro del compositore. Dopo il Pacini e il Pavesi della scorsa edizione, è quest'anno la volta di Pietro Generali e Giuseppe Mosca, autori fra i più in vista dell'epoca, che dimostrano tutto il loro mestiere musicale al servizio di due libretti quanto mai gradevoli e funzionali. Li sostiene da par suo il regista Francesco Esposito, non nuovo alla rivitalizzazione di simili testi con l'ausilio di limitati mezzi scenografici: un semplice quanto funzionale gioco di cornici che si spostano sul palcoscenico gli è sufficiente a ricreare i vari ambienti richiesti dall'azione; il resto viene da una regìa dei movimenti attentissima ai particolari, capace d'ideare immagini e situazioni sin oltre il valore semantico del testo, con un ritmo e una leggerezza più tipici del teatro di parola che non di quello musicale. Le sei voci prescelte sono quelle di giovani che attraverso questo ed altri spazi loro riservati dal Festival puntano ad aggiudicarsi i titoli rossiniani delle edizioni future. Se "Gl'inganni della somiglianza" hanno messo in evidenza i punti deboli di ognuno (certi acuti striduli del soprano Mariola Cantarero, l'intonazione talvolta imprecisa del tenore Giovanni Botta, il timbro rauco del buffo Marco Di Felice, l'eccessiva tonitruanza del basso Sorin Coliban), "I tre mariti" hanno riscattato ognuno, presentandolo al meglio delle sue possibilità, il baritono Gianpiero Ruggeri in testa. L'orchestra, anch'essa costituita per la maggior parte da giovani strumentisti reclutati sul territorio, si è nel complesso ben disimpegnata, a dispetto della stanchezza derivata dalla partecipazione a tre differenti spettacoli contemporaneamente. Guidava il tutto il direttore Paolo Arrivabeni, con la brillantezza che le partiture richiedevano, sempre pronto a rimettere in carreggiata un palcoscenico talvolta ritmicamente impreciso. Pubblico scarso, purtroppo, per questo spettacolo delizioso. E v'è da chiedersi dove fosse finito lo stuolo di appassionati che s'assiepano la sera per assistere ai titoli rossiniani. Probabilmente l'orario antimeridiano fa loro preferire la spiaggia pesarese, ma il ritmo incalzante del Rossini Opera Festival non consente altri spazi per questi esperimenti culturali, che speriamo confermati nelle prossime edizioni.

Note: Nel corso della stessa serata verrà eseguita anche la farsa gioiosa per musica "Gl'inganni della somiglianza", libretto di Giuseppe Foppa e musica di Pietro Generali (luogo e data della prima esecuzione: ignoti) Revisione sull?autografo a cura di Federico Agostinelli Revisione sulle fonti a cura di Federico Agostinelli

Interpreti: Mariola Cantarero, Maria Motta, Giovanni Botta, Marco Di Felice, Sorin Coliban, Gianpiero Ruggeri

Regia: Francesco Esposito

Scene: Francesco Esposito

Orchestra: Orchestra del Rossini Opera Festival

Direttore: Paolo Arrivabeni

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