L’Accademia Chigiana omaggia Sciarrino
A Siena per i 70 anni del compositore
Tra i tanti corsi e concerti inseriti nel ricco programma, trova uno spazio particolare quello dedicato a Salvatore Sciarrino in occasione del suo 70° compleanno, presente a Siena in qualità di insegnante di composizione dell’Accademia. Con cinque opere per organico da camera, il concerto mira ad offrire una panoramica, la più varia e rappresentativa possibile, del temperamento artistico di Sciarrino, a cominciare da alcuni estratti da L’esercizio della stravaganza, ovvero la trasposizione per quartetto d’archi di alcune Sonate per tastiera di Domenico Scarlatti. Oltre a testimoniare l’amore di Sciarrino per il compositore napoletano, l’opera evidenzia il suo profondo legame con la tradizione musicale - che trova il corrispettivo più alto nella successiva esecuzione del Quartetto di Ravel - talmente profonda da consentirgli di intervenire attivamente sulla musica del passato. Così i movimenti di danza accolgono e si arricchiscono delle finissime impronte sonore rilasciate da Sciarrino, che sembrano animare il materiale sul quale viene elaborato il Quartetto n. 7. Nato come pezzo d’obbligo al Concorso Borciani, più che sull’aspetto virtuosistico, insito nell’estetica di Sciarrino, questo quartetto sembra nascere dalla richiesta di riunire i musicisti nel nome del più intimo coinvolgimento, sulla scia della tradizione che Beethoven ha inaugurato nei suoi Adagi. Proprio per questo motivo il compositore applica le sue conquiste in campo vocale agli strumenti, offrendo loro la possibilità di interagire fino a raggiungere l’espressione tipica delle voci. Non sarebbe stato possibile coglierne così chiaramente il senso se il Quartetto Prometeo non avesse accolto la sfida di muoversi con tanta disinvoltura sul filo del diletto fino ad arrivare a fondersi in un unico straordinario strumento per ricerca timbrica, coordinazione gestuale e coesione spirituale.
Per un riferimento più diretto all’arte visuale, non poteva di certo mancare Omaggio a Burri, opera dichiaratamente materica e concentrata a scrutare le proprietà organiche e fisiologiche degli strumenti musicali che cominciano così a respirare e risuonare non solo attraverso la tradizionale emissione del suono, bensì per mezzo del suono prodotto sullo strumento stesso. Ne deriva un senso del virtuosismo che si avvia sulla soglia del minimo percettibile a vere e improvvise frustate timbriche del flauto, poste in contrappunto all’espressività del suono caldo del clarinetto in un quadro in cui la sistematicità ritmica ricopre un ruolo significativo benché apparentemente semplice, fuorvianti dote illusionistiche di interpreti d’eccezione quali sono Matteo Cesari al flauto e Yoshua Fortunato al clarinetto.
Infine, la familiarità con il repertorio sciarriniano richiama sul palco il Quartetto Prometeo e lo stesso Cesari per il bis, la prima esecuzione assoluta di Per le nozze orientali, tratto da un’altra Sonata di Scarlatti e annunciato dallo stesso flautista, dedicatario dell’opera, a conclusione di un concerto che, non tradendo le aspettative del pubblico presente, si eleva a esperienza uditiva. L’omaggio dell’Accademia Chigiana a Salvatore Sciarrino prosegue idealmente sabato 22 luglio con un incontro serale tra il compositore e il direttore artistico Nicola Sani, prima del concerto degli allievi del corso di composizione.
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