Pronti? Via!
Disco davvero "rinfrescante" nel calore di luglio è Now This (ECM) del trio del contrabbassista Gary Peacock, con il sempre troppo sottovalutato Marc Copland al pianoforte e l'immenso Joey Baron alla batteria.
Lirico e danzante, questo lavoro dell'ormai ottantenne, ma sempre sensibilissimo Peacock, si giova anche di un'atmosfera un po' onirica e sospesa che consente a ciascuno dei tre musicisti di disegnare dettagliatissime traiettorie melodiche.
C'è spazio anche per una bella versione di "Gloria's Step", firmata dal prematuramente scomparso Scott LaFaro per il trio di Bill Evans. Nel dicembre 1963 poi un giovane Peacock si univa a Evans per lo spazio di un disco... la sua carriera stava nascendo e tutto torna. Magicamente.
Nella New York di quei primissimi anni Sessanta in cui Peacock muoveva i primi passi succedevano molte cose meravigliose. Una di queste era il quartetto di Sonny Rollins con Don Cherry alla tromba.
Un imperdibile documento di questo fantastico gruppo senza strumento armonico (al basso c'è Bob Cranshaw, alla batteria uno scintillante Billy Higgins) è il cofanetto di sei cd Complete Live At The Village Gate 1962 (Solar Records) che testimonia il primo incontro con Cherry e una delle prime uscite live dopo il famoso esilio volontario.
Tre tracce erano già state pubblicate su Our Man In Jazz, ma questo cofanetto offre una grande quantità di inediti che raccontano in modo emozionante la fantastica sintonia di quel quartetto. Meraviglia!
Assolutamente da non perdere è A New Life (Jazzman Records), una antologia pazzesca allestita da due digger di classe come Francis Gooding e Duncan Brooker.
Il disco è dedicato a produzioni indipendenti e stampe private del jazz inglese dal 1966 al 1990. Un mondo sotterraneo fatto di storie che altrimenti non sarebbero mai state tramandate, fatto di etichette personali, autofinanziate, in un certo senso quasi anticipatrici delle necessità che i forti mutamenti nel mercato continuano a imporre ai musicisti più avventurosi.
Tra nomi conosciuti (come Graham Collier) e sconosciuti, orchestre giovanili e gruppi vocali, accensioni psichedeliche e gemme oscure punteggiate di percussioni, un viaggio fantastico nel cuore di una vivacità musicale che le grandi narrazioni avevano dimenticato.
Nome poco conosciuto anche quello di Dre Hocevar, batterista e compositore sloveno che raduna nel suo trio il pianista belga Bram De Looze e il violoncellista americano Lester St.Louis. Tutti giovanissimi, tutti bravissimi, in Coding Of Evidentiality (Clean Feed) costruiscono una musica molto affascinante, aperta a eventi e pratiche sempre in movimento.
L'esito è un camerismo rutilante e inquieto, in cui le prassi dell'improvvisazione post-coltraniana e di matrice contemporanea trovano una plasticità ritmica sempre intrigante e nuova, a tratti corrosiva senza mai perdere in umanità.
In una traccia c'è anche l'elettronica di Sam Pluta, piuttosto tagliente.
Alti livelli di interazione musicale, da provare!
Se invece le sere d'estate vi ispirano sonorità più pigre e sensuali, non lasciatevi sfuggire la ristampa di Book Of Ballads (Poll Winners Records) della sublime cantante Carmen McRae (nella foto).
Siamo nel 1958, con l'orchestra diretta da Frank Hunter che accarezza classici immortali come "The Thrill Is Gone", "When I Fall In Love" o "Angel Eyes", lasciando alla McRae la possibilità di mostrare tutta la sua finezza interpretativa, sempre misurata e al tempo stesso emozionante.
La ristampa comprende anche le trace uscite originariamente nell'lp Something To Swing About nel 1959, di piglio decisamente più jazzistico: niente archi e spazio agli scoppiettanti arrangiamenti di Ernie Wilkins per una big band dove troviamo anche Art Farmer, Phil Woods e Zoot Sims. Immortale.