Aly Keïta / Jan Galega Brönniman / Lucas Niggli
Kalo-Yele
Intakt
Kalo-Yelein lingua Bambara significa “La luce della luna”, e il primo fatto da rimarcare, in questo splendido cd, è che in effetti le dieci tracce sembrano davvero pentagrammi di origine “trad” illuminati dal pallido astro, attizzatoio millenario di ricordi, emozioni, desideri.
Aly Keïta (la famiglia di è la stessa di Salif Keita) è un nome che gli appassionati di world music hanno ben presente: il suo balafon cromatico, autocostruito con grande tecnica, s'è ascoltato nei gruppi di Trilok Gurtu, dell'indimenticabile Joe Zawinul dei Weather Report, e anche nelle eccellenti prove registrate dal Trio Ivoire, un gruppo forse sottovalutato. Meno noto il fatto che Brönniman, sinuoso esperto dei clarinetti (compreso il difficile clarinetto basso) e sassofonista soprano, e Lucas Niggli, batterista, musicisti di cultura continentale e in genere associati alle avanguardie jazz europee, siano nati entrambi in Camerun. Lì hanno a lungo frequentato le note d'Africa, in diverse declinazioni, peraltro.
Il disco nasce da un primo incontro nel 2014 di Aly e Niggli al Rietberg Museum di Zurigo, per sonorizzare una mostra di maschere ivoriane. Detto fatto, e gioco allargato poi a Jan Galega Brönniman. La flessuose curve melodiche pentatonali del balafon di Aly trovano intelligente sponda e raffinatissimo interplay nelle ance e nei tamburi. È un disco senza tempo, e felicemente indefinibile: un flusso poliritmico e radioso che a volte sembra anche prendere tinte malinconiche: la “luce della luna”, appunto.