Solas
All These Years
Thl Records
“Tutti questi anni”: la retorica del “come eravamo e come siamo ora” deve cedere il passo, nel casi dei Solas, a ragionamenti che sappiano lanciare il cuore ben oltre l'ostacolo del luogo comune. Perché il ”come eravamo” e il come sono” dei Solas è per davvero un filo ininterrotto di intelligenza musicale, capacità applicata, entusiasmo anche quando le condizioni di mercato sembrerebbero farlo apposta, a negare le occasioni, e caparbietà nel saper gestire uno smisurato patrimonio di competenze.
Vent'anni di Solas, significa, semplicemente, che il miglior gruppo di folk acustico progressivo di “irlandesi d'America” mette un punto a capo decisivo per il futuro di queste note. Hanno convocato, attraverso un lungo lavoro di mediazioni e tessitura, pressoché tutti i magnifici musicisti che sono passati per il gruppo, ad esempio John Williams, John Doyle, Karan Casey: con tutte le difficoltà del caso, con tutta la gioia del ritrovarsi evidente nella luminosità sontuosa di questa incisione, anche quando i tratti attingono recondite malinconie: ad esempio nello struggente profilo melodico di "Lay Me Down", affrontato dall'ugola di Moira Smiley.
Sedici le tracce, quella che intitola il tutto (ed è puro struggimento) la trovate saggiamente posizionata in coda, quasi un arrivederci al prossimo ventennio di note da festeggiare. Prima, preparatevi a un viaggio ora quieto, ora adrenalinico (ma senza mai cadere nel gratuito virtuosismo della velocità fine a se stessa) tra banjo e fiddle, mandolini e chitarre, bodhran e bouzouki, concertine e fisarmoniche. Con giochi di incastro fra le corde che lasciano deliziati. E su tutto, la grazia di voci femminili di cristallo e d'ambra, un pezzo dell'Isola di smeraldo che vive nei grandi spazi Oltreoceano.