Repicco fra gli assassini

Il duo violino-tiorba Repicco in un programma fra Stradella e altri musicisti maledetti del Seicento

Repicco - Assassini, assassinati
Disco
classica
Repicco
Assassini, assassinati. Works by Pandolfi Mealli, Stradella, Albertini…
Ambronay
2017

Repicco è un termine utilizzato nel lessico della prassi della ornamentazione della chitarra barocca ed è il nome scelto da due giovani musicisti per il duo di violino e tiorba che hanno formato quando si sono incontrati a Londra per motivi di studio.

Nel 2015 i Repicco sono entrati a far parte della scuderia degli Emerging European Ensembles, il programma triennale di sostegno e avviamento professionale dell'Unione Europea il cui festival si svolge nel Centre Culturel de Recontre d’Ambronay, che ha pubblicato il loro primo cd. Individualmente, sia l’ungherese Kinga Ujszászi che Jadran Duncumb, che si definisce anglo-croato-norvegese, hanno collaborato con altri gruppi prendendo parte ad alcune incisioni discografiche, ma è in questo intenso dialogo a due che si rivela pienamente il loro temperamento musicale. Il titolo del cd è quello del programma che hanno presentato in alcune rassegne e festival in questi tre anni di tutorato Eeemerging, e si riferisce a musicisti del Seicento accomunati da un destino tragico o violento, sebbene sia vano cercarne un rispecchiamento nella produzione musicale.

Mentre sono note le vicende musicali e biografiche particolarmente avventurose di Alessandro Stradella, rappresentato da tre sonate (sinfonie), sono quasi sconosciuti i nomi dei violinisti Giovanni Antonio Pandolfi Mealli (1624-1669), originario di Montepulciano e attivo a Innsbruck, Messina e Madrid, e di Ignazio Albertini (1644-1685), nato a Milano e attivo alla corte di Vienna. Oltre ad essere autori di interessanti sonate, si distinsero per essere colpevoli o vittime di efferati delitti. Il primo uccise il cantante Giovannino Marquett, e il secondo venne pugnalato a morte per ragioni oscure a Vienna. Ma tutto questo pur avendo un’importanza relativa è servito al duo per attirare l’attenzione sulle proprie capacità interpretative, circondando di un’aura perturbante questo programma musicale. In entrambi i casi si tratta di sonate costituite da sezioni contrastanti dall’andamento rapsodico e ricche di passaggi virtuosistici, e in quelle di Pandolfi Mealli l’aggiunta di titoli, come ad esempio “La Biancuccia” e “La Clemente”, si riferisce a cantanti della compagnia di Antonio Cesti. Due brevi composizioni del modenese Bellerofonte Castaldi (1581-1649), che venne reso storpio da una fucilata ad un piede per i suoi versi satirici e che fece uccidere l’assassino di suo fratello, completano il quadro di queste godibilissime sonate eseguite con piglio e scioltezza.

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