Musica sinestesica
Suite for Art-Classical Solos è il nuovo disco di Alejandro Fasanini
Dalla pittura, dai colori e dalle forme nasce il nuovo disco di Alejandro Fasanini, appena uscito per Etnica Edizioni. Il compositore argentino non è nuovo nella ricerca di una ispirazione extra musicale: se in passato sono state le grandi personalità del mondo del cinema, della musica, dell’arte o che si sono contraddistinte per il loro impegno sociale, ora la musica sgorga e si materializza a partire da suggestioni pittoriche.
Suite for Art-Classical Solos è il titolo di questo disco che comprende nove composizioni per strumento solo e due per duo ispirate a famosi dipinti, tutti visti dal vivo dal compositore: la serie dei nudi di Modigliani (violino) La grande onda di Kanagawa di Hokusai (flauto) Il bacio di Klimt (oboe) gli autoritratti di Vincent van Gogh (violoncello) La Teoria di Goethe di Turner (oboe d’amore) Composizione VIII di Kandinsky (clarinetto) Le due Frida di Frida Kahlo (tromba) Testa di tigre di Ligabue (fagotto) La passeggiata di Chagall (flicorno) Tavola calda di Hopper e Mural di Pollock (piccolo e flauto basso) e Guernica di Picasso (violino e violoncello).
Alejandro, come nasce questo tuo modo di comporre? Questo “ascoltare i quadri”, come tu lo chiami?
«E’ stato con il mio maestro Luis de Pablo che ho imparato a comporre i colori. In fondo diversi compositori del Novecento hanno utilizzato la percezione sinestesica per scrivere musica; penso a Skrjabin, Messiaen, allo stesso Debussy che parlava di abolire i confini tra le arti. Kandinsky invece fece il percorso inverso, lasciandosi ispirare dai suoni per i suoi dipinti. La sinestesia non è per me una cosa innata, l’ho acquisita in età matura, studiando con il mio maestro».
Fasanini per comporre utilizza tre criteri: quella che chiama “texture” del suono, propria del timbro del singolo strumento, come il suono “tondo” del clarinetto che ispira Composizione VIII di Kandinsky dove elemento dominante è il cerchio, o di impasti timbrici («la sensazione tattile del “velluto” si ottiene con la viola nel registro medio all’unisono con il fagotto nel registro medio alto», dice Fasanini). C’è poi la trama, che contraddistingue la densità o la rarefazione sonora nella scrittura orchestrale, e il colore, che è dato non solo dai timbri strumentali , ma anche dagli intervalli. Ad esempio in Picasso, gems, cries, screams ispirato a Guernica, la durezza delle quarte sovrapposte di violino e violoncello e l’iconicità del cromatismo discendente rendono la strage e la caduta delle bombe. L’altro brano per due strumenti è Loneliness of Hopper e Pollock, in cui il flauto piccolo e il flauto basso si incontrano pur essendo così diversi, ciascuno nella propria solitudine. Si tratta chiaramente di abbinamenti suono-immagine alcuni dei quali comuni a più soggetti, basandosi su codici generali o culturali condivisi; altri invece puramente soggettivi, come l’oboe che richiama l’oro di Klimt.
Il disco è concepito come una suite, dove i brani sono percorsi da motivi ricorrenti; Preludio for Vincent Van Gogh, per violoncello, richiama poi Twice born Vincent dedicato al pittore inciso nel disco “Let it appear” del 2022.
I brani, che non hanno un centro tonale preciso ma che non vanno neppure verso l’atonalità assoluta, in segno di libertà rispetto a correnti compositive determinate, vanno ascoltati con il dipinto a cui si ispirano davanti agli occhi, abbandonandosi alla pura percezione attraverso il corpo, lasciando mescolare le diverse esperienze sensoriali e lasciando in stand by ogni interpretazione intellettualistica. Frammenti di melodia di tanto in tanto emergono; note ricorrenti che fungono da centri di convergenza melodica ugualmente si avvertono, più evidenti nei brani dedicati a Van Gogh e Modigliani, quest’ ultimo caratterizzato da una melodia struggente nella sua compiutezza tonale.
Tutti gli interpreti appartengono all’Orchestra Artphonus.