Le canzoni di Giovanni Picchi
L'ensemble Concerto Scirocco guidato da Giulia Genini registra le composizioni del veneziano Giovanni Picchi, del 1625
La vitalità della vita musicale veneziana tardo rinascimentale si manifesta pienamente nella produzione delle canzoni da sonar nelle quali si sperimentavano diverse combinazioni timbriche fra strumenti in uso all’epoca: violini, flauti, cornetti, tromboni e altri ancora. Con il suo incipit dattilico questo genere di musica ricorda il suo originario punto di contatto con il repertorio vocale delle chanson, e allo stesso tempo rappresenta il simbolo della progressiva emancipazione della musica verso un linguaggio strumentale idiomatico.
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Nato in una famiglia di musicisti, Giovanni Picchi fu organista della Chiesa di Santa Maria dei Frari, ma i documenti dell’epoca testimoniano i tentativi di accedere ad altri incarichi di prestigio, come quello di organista della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista e poi quella di San Rocco, posto che alla fine riuscì ad ottenere.
La sua raccolta Canzoni da sonar con ogni sorte d’istromenti stampata nel 1625 contiene diciannove composizioni integralmente registrate dal giovane ensemble Concerto Scirocco, che si è formato nell’alveo della Schola Cantorum di Basilea ed è guidato da Giulia Genini.
Quest’opera riassume non soltanto i caratteri salienti della musica veneziana dell’epoca ma anche le esperienze artistiche di Picchi, sia sul versante ecclesiastico che su quello mondano, favorito dai suoi legami con esponenti delle famiglie patrizie e dalla sua familiarità con le musiche delle danze particolarmente amate e praticate dalla società veneziana.