Le Banquet Céleste alle prese con Frescobaldi
L’esaltazione degli affetti nella musica vocale di Frescobaldi in un cd del giovane ensemble Le Banquet Céleste diretto dal contratenor Damien Guillon
Il nome di Frescobaldi è legato alla brillante produzione di musica per strumenti da tasto della prima metà del Seicento, ed è frequentemente associato a quello di Monteverdi, perché entrambi seppero operare una sintesi fra la tradizione rinascimentale e le innovazioni della musica d’arte barocca. Ma il compositore ferrarese pur non potendo competere sul piano della musica vocale con il talento e la maestria del “divino Claudio”, oltre a toccate, partite, ricercari, canzoni, capricci e fantasie, scrisse madrigali e monodie perfettamente consoni allo spirito del tempo, quello della espressione degli affetti.
La prima raccolta di musiche del giovane Girolamo fu il Primo libro di madrigali a 5 voci stampato nel 1608 ad Anversa, e dopo numerosi libri di musica strumentale ed uno di mottetti nel 1630, venne stampato a Firenze il Primo Libro d'Arie Musicali per cantarsi nel Grauicimbalo, e Tiorba. A una, a dua, e a tre voci. Di Girolamo Frescobaldi Organista del Serenissimo Gran Duca di Toscana.
Nello stesso anno apparve anche un secondo libro analogo, ma con un minor numero di composizioni, ed è da queste due raccolte che il giovane ensemble Le Banquet Céleste diretto dal contratenor Damien Guillon ha selezionato venti arie musicali, probabilmente ispirate anche dall’ambiente musicale fiorentino frequentato in quel periodo dal musico in qualità di organista del granduca, come suggerisce l’ascolto di “Oscure selve”.
Un delicato e avvincente esempio della fusione tra lirismo madrigalistico ed espressività della monodia accompagnata è evidente in “Eri già tutta mia” a due voci, caratterizzata da una alternanza metrico-ritmica che conferisce ai versi una particolare intensità, mentre “Doloroso mio cor”e a tre voci è di stampo decisamente madrigalistico. Ma il clima nitidamente barocco si coglie in “Così mi disprezzate” costruito su un basso ostinato per le sestine dispari, e in stile recitativo per le strofe pari, o per esempio nello stile declamatorio di “Troppo sotto due stelle” e di “ Vanne o carta amorosa” che esaltano pienamente gli affetti propri dello stile rappresentativo. Tra le venti composizioni vocali sono inseriti cinque brani strumentali interpretati singolarmente da cembalo, liuto e violoncello, e arpa, che da soli o insieme realizzano il basso continuo e i ritornelli strumentali delle arie.