Il “Serse” di Dantone
Il re di Persia innamorato di un platano e costruttore di un ponte tra l’Asia e l’Europa secondo l’Accademia Bizantina
Pur essendo una delle ultime opere di Händel, la terzultima, Serse non segue il canone settecentesco che il compositore aveva contribuito a consolidare, ma sembra tornare indietro nel tempo, con una varietà di cavatine e ariosi innestati nell’impianto narrativo dei recitativi e la presenza di elementi comici, per ricordare la flessibilità e fluidità del modello del teatro musicale del Seicento. Al suo debutto nel 1738 questo aspetto disorientò il pubblico del King’s Theatre, ma per noi oggi questo è motivo di purissimo godimento musicale. Le consuete arie con da capo non mancano, ma non predominano nell’equilibrato ed ingegnoso meccanismo sonoro che fin dall’inizio dell’opera rivela la sua splendida qualità musicale con il famoso arioso “Ombra mai fu” intonato dal re persiano.
Basta ascoltare soltanto le prime scene del primo atto per rendersi conto della varietà e della abbondanza di idee musicali che rivestono la complicata trama del libretto, frutto della rielaborazione anonima di quello di Niccolò Minato, musicato da Cavalli nel 1654 e poi adattato e sfrondato da Silvio Stampiglia nel 1694 per Bononcini, dal quale Händel prese “in prestito” alcune tessere musicali per costruire il suo geniale e variegato mosaico sonoro.
Con la pubblicazione della registrazione dal vivo di questa opera seria in tre atti, realizzata alla fine di marzo 2019 presso il Teatro Romolo Valli di Reggio Emilia, l’Accademia Bizantina diretta da Ottavio Dantone prosegue la sua nuova impresa di autonomia e indipendenza discografica, inaugurata lo scorso anno con Rinaldo, la prima opera scritta da Händel per il pubblico londinese.
Grazie a un eccellente gruppo di cantanti e alla incisiva concertazione, Dantone è riuscito a mettere in rilievo ogni dettaglio di questa straordinaria partitura, con una particolare attenzione alla declamazione e alle dinamiche e ai tempi teatrali, che rendono plausibili e avvincenti le vicende dei contorti intrecci amorosi che vedono protagonisti Serse e suo fratello Arsamene, Romilda e sua sorella Atalanta, figlie di Ariodate principe vassallo di Serse, Amastre, principessa destinata sposa di Serse “in abito d’uomo”, con il contrappunto comico di Elviro servo di Arsamene.
Il cast prevalentemente femminile, composto da Arianna Vendittelli (Serse), Marina De Liso (Arsamene), Monica Piccinini (Romilda), Francesca Aspromonte (Atalanta), Luigi De Donato (Ariodate), Delphine Galou (Amastre) e Biagio Pizzuti (Elviro), ha reso alla perfezione la straordinaria varietà di accenti di questo capolavoro, riconosciuto come tale solo in epoca moderna.