Il flauto di Giampaolo Pretto omaggia Debussy
Un doppio cd in occasione del centenario della morte del compositore, con il repertorio per flauto e trascrizioni dello stesso Pretto
È un viaggio luminoso questo omaggio di Giampaolo Pretto alla musica di Claude Debussy pensato in occasione dei 100 anni dalla morte del compositore, una densa selezione che raccoglie in due dischi un ideale compendio delle opere che Debussy ha dedicato al flauto, impreziosito da trascrizioni – a opera dello stesso Pretto – capaci di valorizzare il ventaglio espressivo dei brani qui raccolti.
Primo flauto dell’Orchestra Nazionale della Rai, membro del Quintetto Bibiena e direttore musicale dell’Orchestra Filarmonica di Torino, Pretto disegna un tracciato che attraversa le diverse stagioni compositive dell’autore francese, proponendo un percorso di ascolto cronologicamente non lineare ma significativo per gli accostamenti interpretativi offerti. Così ad aprire il lavoro è stata scelta la Sonata n. 2 per flauto, viola e arpa, brano del 1915 seguito nella compilazione del primo disco da due trascrizioni, Suite bergamasque per flauto e pianoforte e Sonata n. 3 per flauto e pianoforte, riletture dalle pagine originali rispettivamente per pianoforte solo e per violino e pianoforte che lo stesso Pretto ha elaborato assieme al pianista Marino Nicolini. Due tappe che, nel loro arco temporale che dal 1890 della Suite arriva al 1917 della terza Sonata, raccontano significative differenze stilistiche ben valorizzate dalla lettura proposta. Al centro di questi due brani troviamo incastonata Syrinx, emblematica pagina per flauto solo del 1913 (ma pubblicata postuma) che Pretto restituisce con una finezza interpretativa intensa e pregnante.
Scorrendo a ritroso la seconda parte del lavoro, incontriamo la preziosa oasi rappresentata da Les chansons de Bilitis per voce recitante, due flauti, due arpe e celesta (1901), brano pensato per la dimensione privata di una musica di scena scritta per accompagnare dodici poesie di Pierre Louÿs, amico del compositore francese, per passare poi al Quintetto per flauto, oboe, clarinetto corno e fagotto, trascrizione per quintetto di fiati della Sonata n. 2 per flauto viola e arpa del 1915, che nella trascrizione dello stesso Pretto viene arricchita da trasparenze timbriche che ne valorizzano le alchimie armoniche, in particolar modo nel terzo movimento “Final”.
Completa la raccolta una intensa lettura del Prélude à l’apres-midi d’un Faune (1894) nella versione per flauto e pianoforte dall’originale per orchestra di Gustave Samazeuilh, capace di restituire le suggestioni di una delle pagine più emblematiche del compositore francese avendo il pregio di lasciare aperte quelle domande che lo stesso Debussy aveva posto riguardo alla sua composizione: «Il Prélude à l’apres-midi d’un Faune? Caro Signore, forse è quanto del sogno è restato nel fondo del flauto del Fauno?».