Horace Andy alla corte di Adrian Sherwood

Dopo mezzo secolo di attività discografica, Horace Andy è coinvolto da Adrian Sherwood nel progetto Midnight Rocker

Horace Andy
Horace Andy (foto Michael Moodie)
Disco
pop
Horace Andy
Midnight Rocker
On-U Sound
2022

Al suo cinquantacinquesimo anno di attività discografica, il settantunenne Horace Andy è coinvolto dal dub supremo Adrian Sherwood, boss dell’etichetta On-U Sound, nel progetto Midnight Rocker, un disco il cui intento ricorda la collaborazione di tre anni fa tra Sherwood e Lee “Scratch” Perry che ci portò Rainford e il dub companion Heavy Rain. Il celebre falsetto di Horace Andy è ben sorretto dalle basi a sua disposizione e il risultato è così notevole da farci già desiderare la versione dub.

Give us the dub, Adrian! 

Horace Keith Hinds – questo il vero nome di Horace Andy – nasce nel 1951 ad Allman Town, un quartiere di Kingston. Il cugino Justin Hinds, famoso per aver fondato negli anni Sessanta il gruppo The Dominoes, lo introduce nel mondo della musica e nel 1967, a soli 16 anni, Horace registra il primo singolo con il produttore George Phil Pratt. Dal 1970 inizia la collaborazione con la leggendaria etichetta Studio One di Clement “Coxsone” Dodd, il quale, perché il pubblico non lo confonda con il più celebre cugino, gli suggerisce di farsi chiamare Horace Andy. La notorietà arriva nel 1972 con il singolo “Skylarking” e l’omonimo album.

– Leggi anche: Robbie Shakespeare in 10 canzoni

Dopo l’esperienza a Studio One, Horace Andy collabora con la maggior parte dei produttori giamaicani dell’epoca: Edward “Bunny” Lee, Augustus “Gussie” Clarke, Leonard “Santic” Chin, Keith Hudson, Derrick Harriott, Winston Holness (a.k.a. Niney The Observer), King Tubby e Prince Jammy.

Del 1973 è You are my Angel, il suo secondo album prodotto da Bunny Lee e uscito in Inghilterra su etichetta Trojan, mentre quattro anni dopo arriva uno dei suoi album più famosi, In the Light, registrato per l’etichetta Hungry Town di Everton Da Silva.

Dopo la brillante carriera giovanile, per lungo tempo Horace Andy viene dimenticato dal grande pubblico: il suo ritorno al successo prende avvio grazie alla collaborazione col gruppo di Bristol Massive Attack, cominciata nel 1991 con l’album Blue Lines, in cui canta “One Love”, “Five Man Army” e “Hymn of the Big Wheel”.

In “Protection”, disco del 1994, Horace Andy canta “Spying Glass” e “Light My Fire” e in Mezzanine del 1998 “Angel” (suo brano del 1973 prodotto da Bunny Lee), “Man Next Door” (brano scritto e interpretato da John Holt, riproposto nel 1980 da The Slits e più recentemente da Santigold in compagnia di U-Roy) ed “Exchange”.

Infine in 100th Window, album del 2003, Andy è presente in “Everywhen” e “Name Taken”, e nel successivo Heligoland, del 2010 collabora in “Splitting the Atom” e “Girl I Love you”.

Ricordate l’inizio di “Safe from Harm”, brano incluso nel primo album dei Massive Attack? «Midnight rockers, city slickers, gunmen and maniacs, all will feature on the freakshow», e Midnight Rocker è il titolo scelto per questo disco, anche perché Andy propone la sua versione del brano citato.

Dieci nuove registrazioni e un approccio simile a quello messo in mostra con i già citati album di Lee “Scratch” Perry, mettendo insieme un gruppo di musicisti di livello, tra cui i fedelissimi di Sherwood Skip McDonald, Doug Wimbish e Dr Pablo, e passando mesi a perfezionare l’interpretazione, gli arrangiamenti e il mixaggio: il risultato è una serie notevole di brani prodotti in maniera esemplare, valorizzando al massimo le parti vocali ricche di soul.

Il materiale include quattro brani già conosciuti, rivisitati e aggiornati per l’occasione, tra cui “Mr. Bassie” (1977) e due brani del 1978, “Materialist” e “This Must Be Hell”, quest’ultima scurita da Sherwood togliendo la parte originaria di piano jazz e sostituendola con una linea di basso che proietta il brano sul dancefloor.

Abbiamo dunque sei nuove composizioni scritte da LSK, George Oban, Jeb Loy Nichols e Adrian Sherwood, con tematiche contemporanee, oltre alla già citata versione di “Safe from Harm” che non sfigura affatto con l’originale cantata da Shara Nelson.

Operazione perfettamente riuscita, bersaglio centrato, e non finisce qui: la mia richiesta iniziale sarà esaudita, entro la fine dell’anno avremo la dub version dell’album.

Pump up the bass, Adrian!

«Alla On-U Sound siamo molto orgogliosi di presentare un album veramente meraviglioso con uno dei più grandi autori e cantanti di ogni tempo nella ricca storia della musica giamaicana, Horace Andy. Questa è un’autentica performance da medaglia d’oro e io ne sono molto fiero» - Adrian Sherwood.

 

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

pop

Un sermone (in sanscrito) da Father John Misty

Mahashmashana, nel segno di un massimalismo esistenzialista, è il sesto album di Father John Misty

Alberto Campo
pop

La prima da solista di Kim Deal

Nobody Loves You More è il primo album dell’icona femminile dell’indie rock statunitense

Alberto Campo
pop

L'album di famiglia di Laura Marling

Il nuovo disco della cantautrice inglese Laura Marling nasce dall’esperienza della maternità

Alberto Campo