Era il 1934 quando Antonio Fuentes creò la Discos Fuentes, etichetta discografica che ha rappresentato la storia della musica tropicale colombiana. Manca poco quindi ai festeggiamenti per i 90 anni di attività: ci portiamo avanti col lavoro e ne raccontiamo la storia.
La maggior parte dei colombiani è in grado di riconoscere la musica "tropicale" quando la sente e ricordare le riunioni di famiglia durante le quali è stata suonata, pur non conoscendo la differenza tra una cumbia, un porro o un paseíto, solo per citare alcuni ritmi.
In quasi tutte le case colombiane c’è almeno un disco marchiato Discos Fuentes perché le feste casalinghe in Colombia vanno a braccetto con i dischi di questa etichetta e soprattutto con la sua collana di maggior successo, quella dei 14 cañonazos bailables, con copertine che a noi italiani non possono non far venire in mente quelle delle raccolte di Fausto Papetti. Non per nulla Discos Fuentes è conosciuta in Colombia come casa de la música decembrina, la musica che si è soliti ballare durante le festività natalizie.
Antonio Fuentes (1907-1985) era originario di Cartagena e proveniva da una famiglia di grandi tradizioni nel campo farmaceutico, in grado di creare nel corso degli anni tre prodotti di grande successo sulla costa caraibica: El Jarabe Anti–tísico, El Específico Indio e La Pomada Maravillosa.
Il giovane Antonio fu mandato negli Stati Uniti per studiare chimica e farmacologia, in modo da essere pronto a occuparsi dei laboratori di famiglia, cosa che non successe perché Fuentes si specializzò in scienze economiche e, tracciando in questa maniera il proprio destino, imparò a suonare il violino e anche la chitarra hawaiana.
Visse negli Stati Uniti nel periodo di massimo splendore dell’old jazz e diventò un fervente appassionato di musica. Al suo ritorno a Cartagena nel 1932 Fuentes fondò la sua stazione radiofonica, Emisora Fuentes – la prima in Colombia era stata HJN, fondata nel 1929 – dove condusse anche le sue prime sessioni di registrazione.
Due anni più tardi, nel 1934 Fuentes creò la società discografica Discos Fuentes, la prima in Colombia e una delle più vecchie al mondo.
Due anni più tardi Fuentes creò la società discografica Discos Fuentes, la prima in Colombia e una delle più vecchie al mondo, lo strumento per promuovere la musica colombiana – un mix di influenze africane e indigene –, imitato successivamente da altre etichette discografiche (tra cui ricordiamo Sonolux, Zeyda e Codiscos): un’impresa per quei tempi rischiosa e pioneristica.
Grazie allo slancio in tutte le parti del mondo dell’industria musicale (Sony, Philips, RCA Victor e altre etichette ancora) e alla convinzione di creare qualcosa di nuovo in Colombia, poco per volta Antonio Fuentes fece conoscere la sua società sulla scena musicale colombiana e anche sul mercato nordamericano, dove nel giro di pochi anni Discos Fuentes diventò sinonimo di musica colombiana.
Oltre a usufruire dei passaggi radiofonici, i dischi cominciarono a essere suonati nelle grandi sale da ballo delle città colombiane: c’era spazio anche per i dischi di musica tropicale marchiati Discos Fuentes.
Dopo anni di grande successo, la società fu spostata a Medellin: inizialmente Fuentes affittò gli studi radiofonici e altre sedi temporanee dove registrare, ma dopo qualche tempo si decise a costruire il proprio studio. Discos Fuentes inaugurò intorno al 1960, in quella che al tempo era una tranquilla periferia, il barrio Colón, destinata a diventare più tardi una movimentata zona industriale.
L’edificio conteneva al suo interno l’intera catena produttiva: dagli studi di registrazione agli uffici per i grafici, inclusa un’ala riservata alla produzione del composto chimico per fare i dischi in vinile.
Si calcola che solo dallo spostamento a Medellin al 2020 Discos Fuentes abbia registrato quasi 150.000 canzoni, ma a tutt’oggi manca un archivio completo delle produzioni di quest’etichetta.
Nel 1961 i figli di don Antonio proposero al padre di mettere sul mercato un LP che non si limitasse a un solo genere musicale ma che fosse più vario e soprattutto ballabile – oggi diremmo una playlist crossover.
Fino a quel momento gli album potevano contenere 12 canzoni ma Discos Fuentes consolidò un formato di 14 brani grazie a una tecnologia sperimentale: erano nati los 14 cañonazos, omaggio a Cartagena e alle sue mura difensive, dal 1980 patrimonio dell’Unesco.
Queste raccolte sono sempre state pubblicate una sola volta all’anno, nel mese di dicembre, da cui la definizione di música navideña.
Negli studi di Discos Fuentes è nata gran parte della cultura musicale colombiana e molti artisti diventati poi famosi hanno iniziato le loro carriere con questa etichetta: Guillermo Buitrago, Pedro Laza y sus Pelayeros, Andrés Landero, Alejandro Durán, Juancho Polo Valencia, Los Corraleros de Majagual, La Sonora Dinamita, Fruko y sus Tesos, Joe Arroyo, Los Embajadores Vallenatos, Los Chiches Vallenatos, Los Titanes, Los Diplomáticos e Los Teen Agers, solo per menzionarne alcuni.
Gli anni d’oro nella storia dell’etichetta sono quelli compresi tra il 1960 e la fine degli anni Ottanta, quando Discos Fuentes ebbe sotto contratto performer incredibili, tra i quali vale la pena ricordare Adolfo Echeverría, Bovea y sus Vallenatos, The Latin Brothers, Rodolfo Aicardi, Gustavo Quintero, Los Ocho de Colombia e Los Tupamaros.
Antonio Fuentes è morto in seguito a un enfisema polmonare a Medellín nel 1985 ma la sua eredità musicale continua a vivere grazie al lavoro dei figli José María, Pedro e Rosario, e comunque avrà sempre un posto nel cuore di tutti i colombiani.
Oggi la sfida è quella di digitalizzare la quantità spaventosa musiche in possesso dell’etichetta e di renderle disponibili sulle piattaforme di streaming, operazione già portata a termine dall’eterna rivale Codiscos.
Trasformare questa storia in byte è l’obiettivo per permettere alle nuove generazioni di ascoltarla sui dispositivi mobili e, mentre ballano coi famigliari a dicembre, poter cantare strofe come «Cuando llegan las horas de la tarde. Que me encuentro tan solo y muy lejos de ti. Me provoca volve' a los guayabales de aquellos sabanales donde te conocí».
P.S. Un ringraziamento a Juanita Apraez Murillo per avermi regalato la raccolta (per fortuna già pubblicata in versione digitale su chiavetta USB) 100 cañonazos del siglo, uscita nel 2020 per festeggiare gli 86 anni di attività della casa discografica, facendomi così venire voglia di raccontare questa storia.