A pochi giorni dalla presentazione della 33a edizione della Rassegna Internazionale di Musica Moderna e Contemporanea Traiettorie 2023, il direttore artistico Martino Traversa illustra il programma di una delle rassegne musicali più longeve della città di Parma, oltre che tra le più importanti in Europa nell’ambito della musica moderna e contemporanea.
Secondo capitolo di un ampio progetto triennale, Traiettorie 2023 verrà inaugurata giovedì 23 marzo e si svilupperà fino a novembre attraverso 19 concerti dedicati alla musica tedesca e austroungarica.
Questa edizione di Traiettorie è stata anticipata da una fotografia: in che modo questa immagine si lega al tema della rassegna?
«Sin dalla prima edizione ho sempre cercato un rapporto con le arti figurative chiedendo a degli artisti di realizzare un’opera per Traiettorie. Così, per trent’anni, i manifesti sono stati realizzati dai più grandi pittori italiani: da Emilio Vedova ad Agostino Bonalumi, da Vasco Bendini a Francesco Clemente. A questo vanno aggiunte le dieci edizioni di Verso Traiettorie, una rassegna primaverile di musica classica e moderna, con qualche accenno al contemporaneo, realizzata con l’obiettivo di mettere in luce quel filo che lega il repertorio classico a quello di oggi. Dopo 40 manifesti, ho voluto rinnovare questo rapporto tra musica e arte figurativa con la fotografia. I temi trattati sono legati all’ambiente, alla tutela del pianeta, al rapporto uomo-natura.
Quest’anno l'immagine è tratta dal progetto The Time of Trees del fotografo inglese Stuart Franklin, che con il suo lavoro ha approfondito il rapporto tra l’uomo e gli alberi. Una foto di una grande potenza evocativa».
Su quali “traiettorie” si avvierà la rassegna?
«Questo è il secondo capitolo di un progetto triennale presentato l’anno scorso con un focus su tre grandi aree europee: abbiamo cominciato dall’Italia, quest’anno guarderemo al mondo tedesco e austroungarico mentre, nel 2024, il trittico si completerà con la musica francese. L’obiettivo è quello di porre in relazione gli sviluppi della musica moderna e contemporanea nella Mitteleuropa rispetto a ciò che accadeva in Italia nello stesso periodo storico».
Quali tendenze della musica di oggi saranno trattate all’interno del festival?
«Ciò a cui stiamo assistendo è un’iperproduzione di “nuove musiche”, quasi in linea con i parametri del consumismo più sfrenato. Tutto ciò che ha a che fare con la ricerca a medio-lungo termine, con il tempo necessario a maturare, ma anche a ricercare linguaggi, un lessico nuovo rispetto a quello che oggi è stato fatto, è una cura osservata da pochissimi compositori. Così oggi ascoltiamo tantissimi giovani, e questo è un bene, che però il più delle volte non realizzano composizioni di grande valore.
Ci sono autori della storia che all’interno di un festival di musica contemporanea non si ascoltano più, per esempio Berg, Dallapiccola e Szymanowski, ma anche Schumann. Grandissimi compositori che hanno lasciato il segno nella storia ma che nei contesti della musica del loro tempo non vengono più eseguiti. Traiettorie vuole occuparsi anche di questi autori che oggi vengono un po’ dimenticati. Uno degli autori caduti nell’oblio è Paul Hindemith: nessuno programma più un suo pezzo…».
Tra i grandi compositori in programma quest’anno?
«La rassegna proporrà brani di Ligeti, di cui ricorre il centenario della nascita, ci sarà anche Kurtág, che è sempre stato presente nei nostri programmi. Data la dedica al mondo austroungarico, non poteva mancare Bartók. Poi naturalmente la musica austrotedesca, dai classici Beethoven a Webern e Schönberg, fino ad arrivare a Rihm. Per la musica italiana mi piace sottolineare la presenza di Armando Gentilucci, figura che ha dato moltissimo nell’ambito della didattica e della musica del Novecento. Oltretutto contribuendo con determinazione a creare uno sviluppo culturale legato alla musica anche grazie al progetto Musica/Realtà».
Quali saranno le opere in prima esecuzione e i brani da riscoprire?
«Una prima assoluta di Francesco Maria Paradiso con le percussioni di Simone Beneventi in coproduzione con AGON. Tra i concerti più particolari, la serata del 4 novembre con Peter Pichler al protosintetizzatore degli anni Trenta, il trautonium, con un lavoro di Paul Hindemith del 1935, che credo nessuno conosca, e brani di Harald Genzmer e di Oskar Sala, tra i quali uno usato da Hitchcock per la colonna sonora di Uccelli.
Abbiamo dei bravissimi giovani interpreti come il pianista italiano Pietro Ceresini (25 ottobre), grandissimo musicista che si è trasferito a Friburgo. Al pianoforte la giapponese Chisato Taniguchi (20 aprile), vincitrice del secondo premio al XV Concorso pianistico internazionale di Orléans che proporrà, fra gli altri, l’esecuzione integrale di Tierkreis di Stockhausen insieme a Evryali di Xenakis.
La formula del Mini Concert, avviata con successo nel 2021, tornerà proponendo concerti brevi orientati su uno strumento o su un piccolo organico, aperti da una breve presentazione, con il sassofonista Salvatore Castellano e il duo pianoforte e violoncello di Luca Benatti e Anna Freschi, entrambi il 14 aprile alla Casa della Musica».
Tra i grandi interpreti invece?
«Sicuramente il sestetto di voci a cappella Neue Vocalsolisten, protagonisti il 18 settembre al Teatro Farnese di una serata dedicata a Stimmung di Stockhausen. Sempre al Farnese, Florent Boffard (23 settembre), pianista tra i più autorevoli sulla scena internazionale, l’Ensemble Recherche (11 settembre) e Accroche Note con musiche di Eötvös, Bartók, Berg e Ligeti (8 maggio). A questi si aggiungono il duo basso-tabla di Andrea Fisher e Stefan Keller che eseguirà composizioni dello stesso Keller, mentre Andreas Fischer eseguirà un mio piccolo pezzo per voce, scritto sull’Epitafio di Pericle riportato da Tucidide, il cui testo era stato curato da Mario Lavagetto, uno dei più grandi critici letterari italiani.
Tra i gruppi musicali figura, inoltre, l’Ensemble Prometeo (18 ottobre), che quest’anno si presenta nella formazione di un trio con il clarinettista Michele Marelli, la violinista Grazia Raimondi e Ciro Longobardi al pianoforte. Tra i primi solisti d’eccezione in programma figurano Garth Knox (23 marzo), già violista dell’Ensemble Intercontemporain e del Quartetto Arditti, che con noi ha celebrato il centesimo concerto di Traiettorie nel 2004, e Andrea Rebaudengo (6 aprile), altro celebre pianista tra i sei che si esibiranno in questo ampio progetto che si svilupperà per tutto l’anno. Oltre ai concerti veri e propri, Traiettorie abbraccerà tutta una serie di iniziative collaterali come gli incontri con i compositori e gli interpreti».
La rassegna si offre anche come trampolino di lancio per nuovi musicisti, in che modo?
«Cinque anni fa abbiamo avviato un rapporto privilegiato con il Conservatorio di Parigi. Lì è presente una classe di musica contemporanea tenuta da Hae-Sun Kang, tra le più grandi violiniste al mondo, non a caso dedicataria di Anthèmes 2 per violino ed elettronica di Boulez. In quella classe gli studenti hanno la possibilità di approfondire il repertorio per un anno, come in un corso di perfezionamento. Si tratta di ragazzi giovanissimi ma con alle spalle esperienze già importanti. Tutti gli anni invitiamo un gruppo di studenti della classe di Hae-Sun Kang a fare un concerto da noi. È un modo per conoscere e scoprire giovani musicisti, ma che in realtà sono già dei musicisti affermati.
Altro esempio è rappresentato dal pianista Pietro Ceresini, un giovane che dopo essersi diplomato al Conservatorio di Parma, si è trasferito in Germania per perfezionarsi, ed oggi insegna alla Hochschule für Musik Freiburg. Tra i giovani che finalmente iniziano ad avere un grande visibilità in Italia e all’estero, c’è anche il violoncellista Michele Marco Rossi, che fa parte del nostro Ensemble Prometeo, e che suonerà nel nostro festival il 5 giugno. Anche questo è Traiettorie».
Per informazioni: www.fondazioneprometeo.org.