Un piccolo evento editoriale, nel suo settore, la pubblicazione qualche mese fa di Roberto Leydi e il "Sentite buona gente" di Domenico Ferraro, per l'editore Squi[libri]: un corposo volume, più un cd e un dvd, per ricostruire e raccontare la storia dello spettacolo promosso da Roberto Leydi al Piccolo Teatro di Milano nella stagione 1966-1967, con la consulenza di Diego Carpitella.
Ovviamente, c'è di più (molto di più!) della sola storia dello spettacolo nelle 548 pagine del libro: intanto, perché lo spettacolo rappresenta un momento decisivo del dibattito intorno alla natura della musica e della cultura popolare in Italia. Domenico Ferraro da lì parte per ricostruire quel contesto culturale e intellettuale, con la curiosità di un appassionato di quelle musiche, e la competenza "scientifica" di storico della filosofia, che lo portano a formulare domande in modo diverso, e a seguire sentieri non ancora percorsi dagli esperti della materia. È una storia che non riguarda, allora, solo lo spettacolo, o solo quelle musiche, ma in blocco gli ultimi cinquant'anni di storia intellettuale italiana.
Riflettere sul "Sentite buona gente" significa allora riflettere, allo stesso tempo, sulle radici dell'etnomusicologia del nostro paese - di cui Leydi e Carpitella sono i fondatori e i padri spesso "scomodi", per un'eredità ricca e ancora da metabolizzare completamente - e su quello che ancora oggi ascoltiamo e ricerchiamo come "musica popolare italiana", anche assorbita nel campo complesso e talvolta perverso delle "musiche del mondo", delle notti della taranta e affini.
Un libro, allora, importante e destinato a durare, e a generare ragionamenti e discussioni: un'occasione per parlarne arriva dal programma di MITO Milano. Venerdì 11 settembre, alle 11, presso la sede degli Amici del Loggione della Scala (via Silvio Pellico 6) presenteranno il libro Oreste Bossini e Nicola Scaldaferri.