Tra i tanti batteristi che hanno diritto a un posto di primissimo piano nelle vicende del jazz moderno, Max Roach è probabilmente l’artista che più di ogni altro ha attraversato con lucidità e al tempo stesso spontaneità le tante contraddizioni e le continue potenzialità che la musica gli presentava.
Fondamentale innovatore della grammatica stessa dello strumento negli anni Quaranta, durante la rivoluzione bebop, personaggio di grande peso nell’impegno politico e nei primissimi tentativi di indipendenza discografica, musicista in grado di dialogare con la medesima intensità con Duke Ellington e con Anthony Braxton, con Miles Davis e con Cecil Taylor, peculiare «architetto del ritmo» (come è stato felicemente definito), in occasione del centesimo anniversario della nascita, ne ripercorriamo con una playlist tutta da gustare l’intensissima carriera.
Come una specie di Zelig che compare in ogni momento cruciale della storia, troviamo Roach non solo alla testa dei propri progetti, ma accanto a Charlie Parker negli anni Quaranta, a fianco del Miles Davis di Birth Of The Cool, nei primi dischi di Bud Powell e Thelonious Monk, a fondare la Debut con Charles Mingus e in molti altre collaborazioni che ascolterete alternate nella playlist.
Ho scelto un ordine cronologico, dopo la dovuta apertura solista di “The Drum Also Waltzes”, non solo perchè l’alternarsi di queste musiche è una continua meraviglia, ma anche per restituire al flusso quasi incantato della curiosità musicale di Roach quella sua qualità di continua e umanissima sperimentazione.
Buon ascolto e buon 100 compleanno, Max Roach!