L’eredità di Joe Zawinul

La donazione dell'archivio all'Università di Krems, un concerto, un disco: si riaccendono le luci su Joe Zawinul

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Nel maggio del 2004 Josef Erich Zawinul fece ritorno temporaneamente nella sua città natale Vienna per inaugurare nel quartiere dove era nato il 7 luglio 1932 il proprio jazz club.

Purtroppo, questa esperienza artistica e imprenditoriale non durò a lungo e il Birdland chiuse definitivamente nel 2008, un anno dopo la morte del musicista e quattro anni dopo la sua apertura.

Zawinul non solo si esibiva nel locale varie volte all’anno con il suo Syndicate, ma quando si trovava nel club, oltre a prendersi cura dei musicisti ospiti di turno, girava per i tavoli chiacchierando disinvolto con tutti, soprattutto con quelli che vedeva mangiare il pollo alla paprica preparato secondo una ricetta di famiglia di cui andava fierissimo. 

Assieme al sassofonista Hans Koller, Zawinul è stato il musicista più importante della storia del jazz austriaco. È dunque una grande fortuna che il suo primogenito Antony Zawinul abbia deciso, nonostante le numerose offerte provenienti da Stati Uniti, Europa e Asia, di riportare il lascito del padre in Austria.

La scelta però non è caduta su Vienna, bensì su Krems, una piccola cittadina di provincia sul Danubio a circa un’ora dalla capitale.

I motivi che hanno determinato questa decisione non sono stati pubblicamente spiegati, ma l’idea di donare il lascito all’Archiv der Zeitgenossen dell’Università di Krems probabilmente è nata dopo aver considerato l’ottima infrastruttura di quella sede, che ospita tra le altre cose anche i lasciti dei compositori Friedrich Cerha e KH Gruber. Tuttavia, anche le politiche culturali della regione Bassa Austria potrebbero aver influenzato questa scelta, offrendo a Antony Zawinul il parco e l’auditorio open air di Grafenegg come scenario suggestivo dover poter girare un documentario dedicato al padre: Zawinul’s Music Odyssey – questo il titolo della produzione a cui Antony sta lavorando – comprenderà infatti tra le altre cose le riprese di un concerto andato in scena a Grafenegg il primo giugno scorso.

Il concerto di Grafenegg (foto Rene Huemer)
Il concerto di Grafenegg (foto Rene Huemer)

Nel 1996 il festival Umbria Jazz aveva commissionato a Zawinul la composizione di una suite per strumenti a tastiera e orchestra d’archi, ma per motivi non noti la prima esecuzione assoluta della Mediterranean Suite non andò mai in scena. Questa composizione è stata invece incisa e eseguita in prima mondiale durante il concerto a Grafenegg.

Zawinul ovviamente la aveva concepita per sé come solista alle tastiere, parte delle quali fanno parte del suo lascito è sono state esposte in una piccola mostra la sera del concerto.

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In questo assaggio sono stati mostrati anche dei documenti storici, per esempio una pagella di scuola elementare – in musica qui Joe prese solo una sufficienza – e locandine dei suoi primi concerti.

Una volta ordinato e sistematizzato, il lascito offrirà alla ricerca musicologica documenti importantissimi: partiture, schizzi, diversi arrangiamenti nonché le bobine che Zawinul utilizzava per comporre in tempo reale alle tastiere.

Nella prima esecuzione assoluta della Mediterranean Suite la parte di Zawinul è stata "assunta" dal virtuoso austriaco Michael Hornek. L’esecuzione di questa composizione è stata affiancata da una performance della Zawinul Legacy Band (formata da alcuni membri dei gruppi storici di Zawinul: Omar Hakim, Bobby Thomas Jr., Gerald Veasley, Rachel Z e Bob Franceschini) e di una Big Band formata da musicisti e studenti attivi in Austria diretti da Markus Geiselhart.

Dopo qualche anno di silenzio il grande musicista austriaco è dunque di nuovo tornato al centro dell’attenzione.

Capita allora a pennello la pubblicazione di un doppio LP da parte del label della Radio di stato austriaca (ORF) con i concerti di Vienna e Graz del quintetto di Cannonball Adderley durante la tournée europea del 1969.

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Le introduzioni parlate di Cannonball durante i concerti delle sue band sono celebri. E anche in questo caso confermano la sua ironia e benevolenza: «You know, our pianist – I’m sure most of you folks know – is Viennese. And we accuse him of making superior performances when we play in Austria. [...] Not that he doesn't play well all the time, but I get the feeling he gets a little extra momentum» (si può ascoltare qui).

Ed effettivamente nei concerti austriaci Zawinul riceve moltissimo spazio per evidenziare le sue doti: Nel concerto di Graz del 15 marzo per esempio Zawinul propone un medley di piano solo di 8 minuti circa in cui confluiscono anche esempi del repertorio classico (Chopin e Brahms) a testimonianza della sua formazione accademica (aveva studiato pianoforte e violino al conservatorio di Vienna). 

Anche nel concerto di Bologna (24 marzo 1969) della stessa tournée Zawinul si cimentò in un medley solistico, ma effettivamente a Graz sembrò voler eccedere e trasmettere quel “little extra momentum”.

Mentre il concerto di Graz già si conosceva in un bootleg di scarsa qualità tecnica, quello del giorno seguente (16 marzo 1969) a Vienna, che nel doppio vinile della nuova produzione viene riportato nella sua interezza, si conosceva solo in parte per via di una registrazione video della TV austriaca.

Gli uffici stampa e la politica regionale ovviamente hanno colto la palla al balzo per le esagerazioni di rito e nel caso della prima esecuzione assoluta della Mediterranean Suite hanno addirittura parlato di un evento che entrerà a far parte della storia della musica. Certo, la storia della musica è sempre una questione di prospettiva – ma forse sarebbe meglio lasciare libero il campo d’azione alla ricerca musicologica, che sicuramente avrà tanto da fare di fronte a un nuovo lascito così corposo e significativo.  

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