Nato nel 1990 a Birmingham, dove è stato primo violoncello della CBSO Youth Orchestra, Alpesh Chauhan ha intrapreso la carriera di direttore d’orchestra maturando rapidamente esperienze internazionali e avviando collaborazioni con alcune delle maggiori orchestre europee.
È stato Assistant Conductor alla City of Birmingham Symphony Orchestra dal 2014 al 2016 dopo esserne stato in precedenza il primo Conducting Fellow. Nell’estate 2016 è apparso per la prima volta ai BBC Proms dirigendo due dei Ten Pieces Concerts con la BBC Philharmonic Orchestra. Nel novembre 2016 ha debuttato negli Stati Uniti con l’Alabama Symphony Orchestra e nel gennaio dell’anno successivo ha diretto per la prima volta la London Symphony Orchestra al Barbican Centre.
Tra le diverse collaborazioni avviate da Chauhan si annoverano concerti con la Netherlands Symphony Orchestra, con le BBC Symphony, Scottish, e Philharmonic, e con la Kymi Sinfonietta, oltre a esperienze con orchestre quali quelle dell’Opéra National de Lorraine, del Teatro Carlo Felice di Genova, del Maggio Musicale Fiorentino, del Teatro Lirico di Cagliari e del Teatro Petruzzelli di Bari.
Dal settembre 2017 Chauhan ricopre la carica di direttore principale della Filarmonica Arturo Toscanini di Parma, sul cui podio in questi anni lo abbiamo seguito in un repertorio che ha compreso autori quali, tra gli altri, Mozart e Stravinskij o ancora Rachmaninov, Ciaikovskij e Brahms. Proprio in occasione di una serie di concerti che vede il giovane direttore alla guida della formazione parmigiana gli abbiamo rivolto qualche domanda.
Nel suo percorso di crescita come direttore d’orchestra, quali sono i maestri che ha preso come esempio?
«Innanzitutto per me ha avuto una grande influenza la figura di Andris Nelsons, direttore che ho avuto il piacere di assistere alla City Symphony Orchestra della città di Birmingham (CBSO) per tre anni, seguendo ogni concerto e relativa prova, compresi i tour. Ho avuto modo di vedere l’approccio con cui ha lavorato e ho imparato che cosa i musicisti hanno apprezzato e non. Una consapevolezza che ispira ancora oggi il mio lavoro e, quando mi trovo a studiare, penso spesso ai gesti e al linguaggio del corpo che usava Nelsons per trasmettere uno specifico punto di vista musicale all’orchestra. Questa esperienza mi ha inoltre insegnato che non sempre è necessario battere il tempo, o essere concentrati sulla chiarezza del gesto – anche se questi elementi sono essenziali soprattutto nei momenti di maggiore difficoltà, quando di tanto in tanto è utile aiutare l'ensemble – ma che un direttore dovrebbe sempre concentrarsi sulla musica e sul suono che intende ricreare, pensando ai gesti più efficaci per raggiungere questi obiettivi».
«Un direttore dovrebbe sempre concentrarsi sulla musica e sul suono che intende ricreare, pensando ai gesti più efficaci per raggiungere questi obiettivi».
«Durante il mio periodo al CBSO ho seguito anche Simon Rattle, ed è stato affascinante osservarlo e studiarne lo stile. Il suo approccio affrontava pagine estremamente impegnative anche per dimensioni, scomponendole per concentrarsi sulle sezioni più piccole dei diversi movimenti, riunendo poi le varie parti al secondo o terzo giorno di prove. L'orchestra maturava così familiarità con il più piccolo dei dettagli, arricchendo la performance generale».
Pensando al suo ruolo come direttore principale della Filarmonica Toscanini, quali sono state le linee guida del suo lavoro? Quali gli obiettivi e i risultati raggiunti fino a questo momento?
«Non avevo nessun piano particolare quando ho iniziato a pensare a questo incarico, a parte cercare di fare ciò che ogni direttore principale dovrebbe fare, vale a dire comprendere il linguaggio musicale dell'orchestra e svilupparlo. Sapevo che questa orchestra ha l’opera lirica che scorre nelle vene, e in effetti questi musicisti possono suonare il repertorio operistico col pilota automatico, alla stregua di una macchina ben oliata, ed è fantastico! Volevo quindi rafforzare il repertorio sinfonico dell'orchestra e insieme abbiamo interpretato, tra gli altri, autori quali Šostakovič, Lutosławski, Mahler e Bruckner. Abbiamo anche registrato un ciclo di brani di Brahms trasmesso su Classic FM nel Regno Unito e online a livello internazionale».
«Mi auguro che la Filarmonica Arturo Toscanini venga sempre più riconosciuta sia come una grande compagine sinfonica sia come una solida orchestra d'opera. Il giornalista britannico Richard Bratby (BBC Music Magazine) ha seguito lo scorso anno la nostra interpretazione di Ein deutsches Requiem di Brahms e della Sinfonia da Requiem di Britten, elogiando il fatto che l'orchestra ha mostrato un nuovo approccio nei confronti di Britten, pur avendo al tempo stesso la passione e la conoscenza necessarie per affrontare il repertorio romantico».
«Penso che il suono dell'orchestra negli ultimi tre anni si sia sviluppato nella giusta direzione, in quanto i musicisti hanno sviluppato il loro approccio al timbro sia dal punto di vista strumentale individuale sia come assieme. In Italia le pagine sinfoniche non sono sempre al centro dell'attenzione, anche in conseguenza della grande quantità di opere liriche che viene eseguita, ed è quindi una grande gioia poter esplorare un diverso mondo sonoro con la Filarmonica Toscanini a Parma. Questa formazione è ora ampiamente riconosciuta per la sua frequentazione del grande repertorio sinfonico e sono davvero molto orgoglioso che l’orchestra abbia abbracciato un simile cambiamento, così come sono grato al pubblico di Parma per aver accolto con calore le nostre esibizioni».
Quali sono i suoi impegni futuri con la Filarmonica Toscanini e, più in generale, nel nostro Paese?
«Anche se non posso parlare dei programmi per la prossima stagione, poiché non sono stati ancora annunciati, posso dire che continueremo il viaggio che abbiamo iniziato con la Toscanini e vedremo dove ci porterà. Ho inoltre costruito delle ottime relazioni con alcune orchestre in giro per l'Italia, ed è bello vedere come queste esperienze si stiano sviluppando in parallelo al mio lavoro con la Filarmonica di Parma. Tra le altre cose, ho in programma un importante debutto con una delle più grandi orchestre d'Italia, l'Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, e non vedo l'ora di affrontare questo nuovo impegno».