I Kalàscima sono una band pugliese: da qualche anno portano in giro per il mondo la loro Psychedelic Trance Tarantella. In collaborazione con Puglia Sounds, "il giornale della musica" presenta il diario del loro tour estivo, organizzato con il supporto di Puglia Sounds e SIAE.
Continua il nostro tour in giro per l’Europa! È il 19 luglio e si vola per raggiungere la nostra prossima destinazione, in Belgio. Atterriamo a Bruxelles e ci dirigiamo subito verso Gent, dove la sera ci aspetta il Trefpunt Festival, uno dei festival cittadini più grandi d’Europa. Dura 10 giorni nei quali si susseguono senza sosta concerti e performance musicali in ogni angolo della città, dagli artisti di strada ai nomi più importanti di ogni genere musicale su palchi megagalattici come quello che affianca la cattedrale di San Bavone o quello davvero suggestivo sospeso sul fiume Leie.
Andiamo direttamente al palco, per familiarizzare con i tecnici che ci seguiranno la sera e dare un’occhiata all’ambiente. Fa caldo ma non troppo e la città pullula di persone in continuo movimento, immerse nella frenesia del festival. Arrivati dal backstage, ci affacciamo nello spazio che ospiterà il nostro pubblico e rivolgendoci verso il palco vediamo la scenografia che ci avrebbe circondato da li a poche ore: una sorta di teatro a più piani con dei balconcini dai quali si affacciano delle bellissime figure in cartapesta colorate. Siamo al Trefpunt!
Un’oretta in hotel per ricaricare le batterie e si torna in città. Decidiamo di raggiungere nuovamente lo stage a piedi ed abbiamo modo di attraversare per intero il centro storico della città, chiuso a tutti i veicoli (eccezion fatta per le numerosissime biciclette) per il festival.
Gent è meravigliosa. La città di origine medievale si trova sulla confluenza dei fiumi Leie e Schelda, ed è attraversata dai tanti corsi d’acqua sui quali si affacciano le classiche abitazioni fiamminghe del centro. Il clima che si respira è disteso e rilassato e in ogni angolo si ascolta della musica. Il tutto ci dà una grande carica e quando saliamo sul palco, dopo uno spettacolare trio in cui convivono organetto e beat box, la folla che si presenta di fronte a noi è ancora più carica. Partiamo a tutto gas e si inizia a saltare! La temperatura si alza e i Belgi ci seguono, cantano "Meridionale", poi urlano #bombide, poi continuano a cantare “Rirollallà” anche quando ormai abbiamo lasciato il palco. Quindi torniamo su e suoniamo ancora un altro brano per loro. Sono stati straordinari e speriamo di tornare presto a trovarli. Grazie Trefpunt!
Si va a nanna… anzi no! Una tappa è d’obbligo! Le celeberrime patatine fritte del Belgio! Nonostante l’ora raggiungiamo uno dei tantissimi “punti frittura” e ordiniamo la nostra dose di original “frites belges” (guai a chiedere una porzione di “french fries”, incidente diplomatico dietro l’angolo ed è una cosa seria!!!) e ce le godiamo alla grande. Adesso che la missione belga è completata, possiamo andare a riposare, prossima tappa Francia!
Il risveglio a Gent è piacevole nel nostro hotel, un antico monastero convertito in struttura ricettiva. Ci aspettano fuori gli amici di Loon-Plage, in Francia, che sono venuti a prenderci perché il prossimo concerto è da loro al Het-Lindeboom Festival. E si parte!
Un paio d’ore e siamo li. Prima tappa: il pranzo, ci accolgono subito alla grande. Nel pomeriggio facciamo un paio di interviste, incontriamo gli organizzatori e poi si va per il soundcheck. Il palco è mostruoso. Una struttura gigantesca con un impianto da mettere i brividi. Noi siamo pronti a spingerlo al massimo! Il concerto infatti è bello tosto, ai francesi piace la tarantella e a noi piacciono i francesi. Con un palco ed un pubblico del genere non si può che essere entusiasti! Abbracciamo tutti ed il mattino seguente si torna a Bruxelles, per prendere un volo per Vienna.
Arrivati in Austria, ritiriamo i bagagli e usciamo alla ricerca del nostro driver che ci porterà verso la destinazione finale: Amaliendorf, a nord, ad un passo dalla Repubblica Ceca. I driver erano due e sembravano appena usciti da un film: marito e moglie, sulla settantina, vestiti di tutto punto, lei con capello corto e collana di perle, lui jeans extra size, pancione orgoglioso in bella mostra e baffo in stile western, entrambi gentilissimi e cordialissimi, ci accompagnano per due ore da Vienna ad Amaliendorf.
Avvicinandoci verso la meta, le strade si fanno più strette, le costruzioni più diradate, le luci delle macchine che incrociamo sempre meno frequenti. Cosa ci sarà alla fine? Il vuoto, questo suggerisce la situazione. Ed infatti arriviamo al nostro hotel di sera, ma attorno a noi non c’è assolutamente nulla: luci spente, nessuna auto nel parcheggio, e l’hotel sembra chiuso! Ma niente paura, i nostri due eroi ci consegnano le chiavi dell’hotel. Sì, le chiavi dell’hotel. Entriamo accendiamo le luci, prendiamo possesso dei due appartamenti che ci sono al secondo piano, ed è subito casa!
Il tempo di lasciare le valige e ci fiondiamo al festival, bisognosi di ottenere testimonianze di vita nelle vicinanze. Un uomo con un van tirato a lucido ci aspetta all’uscita dell’hotel per accompagnarci al festival distante. 5 chilometri di nulla cosmico. Poi nell’ultimo tratto, iniziamo ad intravedere delle tende, poi dei camper, poi dei gruppi di giovani che ballano in cerchio, poi il parcheggio. Diventa interessante. Il tipo ci dice di scendere e proseguire a piedi perché lui non può proseguire. Ed infatti di fronte a noi c’è…la foresta!!! Sì! Il Wackelstein Festival prende il nome dalla gigantesca “pietra a dondolo” che si trova proprio accanto al palco ed è un festival che si svolge all’interno della foresta. Ed è da non credere! Una marea di gente, tra gli alberi, immersa nella natura più incontaminata con un palco in legno proprio accanto alla pietra star. Ecco perché non c’era nessuno fuori. Erano tutti li!
Un post condiviso da Kalàscima (@kalascima) in data: 22 Lug 2017 alle ore 08:35 PDT
Assaporiamo un po’ di musica e di prelibatezze locali nella foresta, di notte, e torniamo in hotel pronti per il giorno dopo. Il mattino seguente, passeggiata nella foresta! Con la luce del sole che penetra tra gli altissimi alberi il verde è scintillante. Addentrandoci tra i sentieri scopriamo delle pietre ancora più grandi, delle dimensioni di intere case, adagiate sull’erba. Saranno lì da millenni! Nei pressi della più grande che abbiamo visto, notiamo un riverbero pazzesco. Ci fermiamo e registriamo un canto alla stisa che ci ha messo i brividi, nel silenzio totale della natura.
La sera è il nostro turno. Ed il pubblico della foresta si rivela indemoniato. Saltano come pazzi, si abbracciano, cantano a squarciagola in quella cornice meravigliosa. Dopo il concerto restiamo li, con tutti loro a parlare della nostra musica, della foresta, delle pietre e del Wackelstein, che rimarrà per sempre nei nostri cuori. Il giorno dopo si rientra a casa. Un paio di giorni off a Kasa Kalàscima prima di tornare su a nord. Next stop: Viljiandi, Estonia!
Partiamo! Brindisi – Roma – Venezia – Riga e poi in van per Viljiandi. Un paio d’ore, esclusa la sosta notturna in autogrill lettone per rifocillarci ed arriviamo a destinazione.
Dopo quasi 20 ore di viaggio, andiamo a riposare, ma il mattino seguente ci immergiamo nel Festival, che si rivela un gioiello. Sulle sponde del lago Viljiandi, si svolge uno dei più suggestivi festival d’Europa. In una vallata tra collinette, ponti e le antiche rovine del castello fondato dai Cavalieri Portaspada tantissimi spettatori da ogni parte del mondo affollano l’area del Festival: 5 grandi palchi, 5 venue indoor e spazi all’aperto fanno risuonare le più disparate musiche del mondo.
Le nostre attività qui sono 3: due concerti e un workshop. Il concerto del primo giorno è sullo stage della televisione nazionale. Usciamo dal camerino, uno ad uno e la folla inizia ad urlare! Non ci aspettavamo un’accoglienza del genere! Ci stavano aspettando! Bene, si parte, a tutto gas, senza un attimo di tregua. Ma il pubblico spinge di più! Siamo sorpresi ed entusiasti da un calore così grande per il nostro esordio in Estonia! Dopo il concerto si accalcano nel backstage per strapparci un autografo, una foto, un abbraccio. Ci rendono felici e diamo appuntamento al secondo concerto, due giorni dopo. Il giorno seguente, invece, è libero. Dunque la notte può essere impiegata in modo proficuo. Si registra!!! Si, lo sapete che stiamo lavorando al nuovo disco, vero? E sta prendendo forma mentre siamo in giro, tra idee che nascono negli aerei, si completano sui van, o vengono registrate di notte negli hotel delle città che visitiamo, con buona pace dei vicini di stanza. Eh, cari amici, ne stiamo preparando delle belle!!! Tenetevi pronti!
Un post condiviso da Kalàscima (@kalascima) in data: 31 Lug 2017 alle ore 01:29 PDT
Soddisfatti dalla nottata di registrazioni, andiamo a letto verso l’alba e ci prendiamo il giorno successivo per riposare ed andare a vedere le bellezze del lago, del centro di Viljiandi e dei concerti serali. Gruppi da ogni dove, tutti bravissimi (come TradAttack e A-wa) e tanta energia. La cosa che ci stupisce è che continuamente, dalla mattina alla sera, camminando per il festival o per la città veniamo fermati da tutti quelli che ci incrociano. È pazzesco. “Siete gli italiani! Siete fantastici. Facciamo una foto insieme? Ci vediamo stasera di nuovo al concerto!”. Ci carichiamo ancora di più!
Domenica mattina: workshop. Entriamo nella sala del quartier generale del Festival ed anche qui sorpresa: la sala piena che ci aspetta ed al nostro arrivo parte la ola. Applausi, sorrisi, urla. E sono solo le 11 di mattina! Li abbiamo conquistati! Bellissima chiacchierata sulla nostra musica e sui nostri strumenti ed appuntamento per tutti al main stage alle 18. Nuvoloso e scuro tutto il giorno, al momento di iniziare succede quello che speravamo: esce il sole! Non possiamo essere più felici. Entriamo in scena e si ripete la scena: migliaia di persone accalcate di fronte a noi che urlano e ci mandano cuori e baci. Sono un vero spettacolo. E noi diamo fondo a tutte le energie che ci restano. Il concerto è una super #bombide, e con un pubblico così si ha davvero una marcia in più.
Ma non finisce mica qui! Ci invitano per fare ancora due pezzi sullo stage del gran gala che chiude il Festival e noi non ci pensiamo un secondo, ci spostiamo all’altro stage, plug and play e spariamo altri due colpi di cannone a tutta forza. A questo punto siamo esausti, e il pubblico insieme a noi. Ma felicissimi, di una felicità pura ed incontenibile. Le persone che condividono con noi quei momenti, sono la nostra linfa. Vederle sorridere e gioire, mentre noi suoniamo e gioiamo, ci riempie il cuore. Sono loro il nostro motore. E a loro dobbiamo tutto, in ogni città che visitiamo, su ogni palco che conquistiamo. Lo stage manager prima di salire sul palco del gran gala per quei due ultimi brani, ci ha detto una cosa bellissima. “Guys, Viljiandi is yours!”. Grazie Erin, grazie Viljiandi! Promesso che torniamo presto!
Ora però, si continua, ci aspetta un agosto di fuoco, di Sud, tutto italiano. Il Summer tour continua e noi pure!!! Restate sintonizzati!! Alla prossima! #bombide!