Quanta avventura nei festival jazz di fine estate!
Gli appassionati di jazz più sperimentale e avventuroso ormai lo sanno bene.
Passato il ciclone dei grandi festival di luglio, con tutti i pro e i contro della popolarità, tra concessioni a nomi e proposte più pop e un'identità sempre più globale, seppur festosa, tra la fine di agosto e i primi di settembre ci si può dare appuntamento in alcuni luoghi ormai "consacrati" a una programmazione che guarda alle esperienze più avant della scena internazionale.
La "trinità" è composta dai festival di Willisau (Svizzera), Saalfelden (Austria) e Sant'Anna Arresi (Italia, Sardegna), che coagulano nel giro di un paio di settimane - talvolta sovrapponendosi - un numero di idee, produzioni originali, sfide che alcuni dei festival più rinomati a livello continentale non riescono nemmeno a sognarsi.
Non è questione di fare del romanticismo, lo chiariamo subito. Ed è evidente che le esigenze espresse da territori come quelli appena elencati, in un periodo come questo, sono differenti da quelle di una Perugia in luglio, tanto per capirci.
Ma c'è comunque qualcosa di visionario, coraggioso e, volendo, anche di anacronistico, nella pervicacia con cui i tre festival continuano di anno in anno a far crescere un'idea di condivisione dei linguaggi più irrequieti del jazz di oggi, con differenti premesse economiche e strategiche, ma accomunati dal fatto di essere amati - meritatamente e ricambiati - da centinaia di appassionati che ogni anno decidono di passare qualche giorno tra le montagne austriache o sulle bianche spiagge del sud della Sardegna.
Un'occhiata rapida ai programmi annunciati per questa estate conferma che il piatto è più che ricco.
Partiamo da Willisau, dal 26 al 30 agosto: in cartellone tra le cose più succose troviamo il nuovo progetto "elettronico" di Dave Douglas, i norvegesi Atomic, il trio di Ellery Eskelin, i Sons Of Kemet, il quartetto di John Abercrombie e i berlinesi Die Dicken Finger con Peter Brötzmann e i Bigmouth di Chris Lightcap, che si possono ascoltare anche in Austria.
Praticamente stesse giornate per Saalfelden (dal 27 al 30), con concerti suddivisi come al solito tra il palco principale e gli short cuts al Nexus, nonché con un'ampia e più popolare programmazione di piazza molto amata dal pubblico locale e poco considerata dagli appassionati più avanguardisti.
Con concerti che si succedono senza sosta dal pomeriggio alla notte (anche a rischio di un po' di saturazione), chi sceglierà l'Austria potrà ascoltare Rob Mazurek, Steve Coleman, Angelica Sanchez, la Fire! Orchestra, Mostly Other People Do The Killing, Matthew Shipp, James Blood Ulmer, Ernst Reijseger, gli All Included e molto altro.
Siamo invece nella prima settimana di settembre, dall'1 al 6, con la trentesima edizione di Ai Confini tra Sardegna e Jazz a Sant'Anna Arresi.
Il sottotitolo della rassegna, "Bentornato Butch", non potrebbe raccontare in modo migliore il legame strettissimo che ha unito il compianto Butch Morris con il festival sardo e al musicista è dedicato un denso cartellone che mette insieme nomi come Evan Parker, Keith Tippett, Rob Mazurek, Graham Haynes, Hamid Drake, la Nublu Orchestra, William Parker, la Fire! Orchestra, Vernon Reid e molti altri. All'ombra del nuraghe, davvero un festival unico.
Bonus Track: chi avesse l'opportunità di rimanere in Sardegna qualche giorno di più, lato nord questa volta, non si lasci sfuggire l'opportunità di una capatina a Palau, per Isole che parlano. Il festival, diretto dal chitarrista Paolo Angeli, si svolgerà infatti dal 5 al 13 di settembre. Non è stato ancora comunicato il programma definitivo, ma negli anni scorsi non si rimaneva certo delusi.
Parafrasando ironicamente Bruno Martino si potrebbe canticchiare "e la chiamano estate... quest'estate senza jazz"...
Gli appassionati di jazz più sperimentale e avventuroso ormai lo sanno bene.
Passato il ciclone dei grandi festival di luglio, con tutti i pro e i contro della popolarità, tra concessioni a nomi e proposte più pop e un'identità sempre più globale, seppur festosa, tra la fine di agosto e i primi di settembre ci si può dare appuntamento in alcuni luoghi ormai "consacrati" a una programmazione che guarda alle esperienze più avant della scena internazionale.
La "trinità" è composta dai festival di Willisau (Svizzera), Saalfelden (Austria) e Sant'Anna Arresi (Italia, Sardegna), che coagulano nel giro di un paio di settimane - talvolta sovrapponendosi - un numero di idee, produzioni originali, sfide che alcuni dei festival più rinomati a livello continentale non riescono nemmeno a sognarsi.
Non è questione di fare del romanticismo, lo chiariamo subito. Ed è evidente che le esigenze espresse da territori come quelli appena elencati, in un periodo come questo, sono differenti da quelle di una Perugia in luglio, tanto per capirci.
Ma c'è comunque qualcosa di visionario, coraggioso e, volendo, anche di anacronistico, nella pervicacia con cui i tre festival continuano di anno in anno a far crescere un'idea di condivisione dei linguaggi più irrequieti del jazz di oggi, con differenti premesse economiche e strategiche, ma accomunati dal fatto di essere amati - meritatamente e ricambiati - da centinaia di appassionati che ogni anno decidono di passare qualche giorno tra le montagne austriache o sulle bianche spiagge del sud della Sardegna.
Un'occhiata rapida ai programmi annunciati per questa estate conferma che il piatto è più che ricco.
Partiamo da Willisau, dal 26 al 30 agosto: in cartellone tra le cose più succose troviamo il nuovo progetto "elettronico" di Dave Douglas, i norvegesi Atomic, il trio di Ellery Eskelin, i Sons Of Kemet, il quartetto di John Abercrombie e i berlinesi Die Dicken Finger con Peter Brötzmann e i Bigmouth di Chris Lightcap, che si possono ascoltare anche in Austria.
Praticamente stesse giornate per Saalfelden (dal 27 al 30), con concerti suddivisi come al solito tra il palco principale e gli short cuts al Nexus, nonché con un'ampia e più popolare programmazione di piazza molto amata dal pubblico locale e poco considerata dagli appassionati più avanguardisti.
Con concerti che si succedono senza sosta dal pomeriggio alla notte (anche a rischio di un po' di saturazione), chi sceglierà l'Austria potrà ascoltare Rob Mazurek, Steve Coleman, Angelica Sanchez, la Fire! Orchestra, Mostly Other People Do The Killing, Matthew Shipp, James Blood Ulmer, Ernst Reijseger, gli All Included e molto altro.
Siamo invece nella prima settimana di settembre, dall'1 al 6, con la trentesima edizione di Ai Confini tra Sardegna e Jazz a Sant'Anna Arresi.
Il sottotitolo della rassegna, "Bentornato Butch", non potrebbe raccontare in modo migliore il legame strettissimo che ha unito il compianto Butch Morris con il festival sardo e al musicista è dedicato un denso cartellone che mette insieme nomi come Evan Parker, Keith Tippett, Rob Mazurek, Graham Haynes, Hamid Drake, la Nublu Orchestra, William Parker, la Fire! Orchestra, Vernon Reid e molti altri. All'ombra del nuraghe, davvero un festival unico.
Bonus Track: chi avesse l'opportunità di rimanere in Sardegna qualche giorno di più, lato nord questa volta, non si lasci sfuggire l'opportunità di una capatina a Palau, per Isole che parlano. Il festival, diretto dal chitarrista Paolo Angeli, si svolgerà infatti dal 5 al 13 di settembre. Non è stato ancora comunicato il programma definitivo, ma negli anni scorsi non si rimaneva certo delusi.
Parafrasando ironicamente Bruno Martino si potrebbe canticchiare "e la chiamano estate... quest'estate senza jazz"...