Venti e ventilatori
Jon Balke conquista il pubblico di Novara Jazz

Recensione
jazz
Il vento della Norvegia soffia su Novara. E non è la prima volta che le perturbazioni dell'alta scandinavia colpiscono il capoluogo piemontese: negli anni passati artisti come Christian Wallumrød o Paal Nilssen-Love hanno portato le fresche sonorità della scena contemporanea norvegese sul palco del Novara Jazz. Ora è la volta di Jon Balke, un vero leone del jazz norvegese, un artista che nei suoi quarant'anni di carriera ha ridefinito, con la sua Magnetic North Orchestra, la scrittura per ampi organici, per approdare negli ultimi tempi a sperimentazioni più contaminate ([i]Siwan[/i], 2009) alla ricerca delle sonorità del tardo medioevo andaluso. In questo breve tour italiano Balke mostra il suo lato più intimista, seguendo le linee tracciate da [i]Book of Velocities[/i] (2007), il suo primo e unico album in piano solo. Fedele alla sua estetica, Balke non si lascia prendere dai facili sentimentalismi che lo strumento suggerirebbe, ma preferisce esplorare il lato più sinistro del pianoforte, le sonorità più scure. Pizzica, sfrega, scava letteralmente tra le corde "preparate" con fogli, campane, palline, mostrando quella ricerca del suono che da sempre contraddistingue la sua produzione. Tra le sue mani tonfi, battimenti, fruscii acquistano un valore altro, diventando parte di un coerente discorso poetico, un filo rosso che si dipana lungo tutto il concerto. Un'ottima prova, insomma; la conferma di un percorso ancora ricco di idee e suggestioni. Da notare il bis, in cui Balke costruisce un bordone sfregando la corda più grave del pianoforte con un piccolo ventilatore a pile. Del resto a cos'altro può servire un ventilatore in Norvegia?
Interpreti: Jon Balke: pianoforte.
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