Un'insostenibile leggerezza
"Mother Earth", il nuovo progetto di Nicole Mitchell, debutta al Teatro Manzoni

Recensione
jazz
Uno sguardo costantemente rivolto verso l'universo femminile, verso quelle donne - Harriet Tubman, Alice Coltrane, Michelle Obama, Octavia Butler - che grazie al loro carisma, alle loro idee e alle loro opere sono diventate simboli della cultura afroamericana, e non solo. Ora lo sguardo si alza, l'orizzonte si fa più ampio e l'attenzione si rivolge verso la femmina-madre per eccellenza: la Terra. Ed è alla Terra, intesa come natura, che è dedicato l'ultimo progetto della flautista e compositrice Nicole Mitchell, [i]Mother Earth[/i], presentato in prima assoluta al Teatro Manzoni di Milano. Una lunga suite che cerca di rappresentare i sentimenti dell'uomo di fronte alla natura, la calma trasmessa dall'acqua, elemento dal quale tutti proveniamo, (nel brano "Water"), lo stupore di fronte ad un cielo stellato ("Galaxy Above"), o la paura atavica di ritrovarsi di notte, soli, in mezzo ad un bosco ("Beast of the Night"). Per mettere in musica queste emozioni si è scelto un organico ampio e variegato, contraddistinto dalla presenza dei timbri delicati del violoncello, del vibrafono e della kora, ai quali si affianca il flauto della Mitchell, suonato con leggerezza e grazia tutte femminili. Una serie di grandi quadri, immagini di un mondo antico, premoderno, suggerite da un ampio ricorso ad elementi africani, poliritmie, temi elementari, semplicità armonica. Ma a volte questa insistenza sulla leggerezza rischia di non lasciare spazio ad approfondimenti e sviluppi; gli arrangiamenti, forse troppo essenziali, non riescono a mettere in luce la scrittura e il pensiero compositivo della Mitchell e i brani spesso si concentrano sulle capacità solistiche dei musicisti. Un concerto forse non memorabile, ma un'ottima prova per le grandi personalità coinvolte, tutte in grande spolvero.
Interpreti: Nicole Mitchell: flauto, voce; Mankwe Ndosi: voce; Jason Palmer: tromba; Pasquale Mirra: vibrafono; Ballaké Sissoko: kora; Tomeka Reid: violoncello; Silvia Bolognesi: contrabbasso; Hamid Drake: batteria, percussioni
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