Tutti pazzi per Hiromi
La pianista giapponese conquista il pubblico di Vicenza Jazz nell'omaggio a Gershwin
Recensione
jazz
Qualcuno aveva ipotizzato un possibile terremoto a Roma per l’11 maggio. In realtà si è verificato a Vicenza. Epicentro: palco del Teatro Olimpico durante l’omaggio a George Gershwin. Orario: quando Hiromi Uehara, 32 anni da Shizouka, con l’aria sbarazzina da personaggio di cartoon giapponesi mette le mani sulla tastiera. Dopo un pregevole intro dell’Orchestra del Teatro Olimpico dedicato ai Tre Preludi (orchestrati da Roberto Spadoni) la scena è tutta sua. Nella "Rapsodia in Blue" (versione 1924) si permette di prosciugare i primi passaggi da tentazioni romantiche a favore di scintillanti nuclei ritmici. Rispetta, si fonde con le parti orchestrali ma stravolge, dilata gli spazi solistici, cercando l’essenza della partitura, sbilancia il confronto tra forma colta e jazz a favore di quest’ultima. Come in una fantasmagorica lezione mette in rilievo tutti i linguaggi, dalle origini al piano moderno. Da Waller a Tatum, da Garner a Peterson, da Powell a Corea, del quale ama le frasi rapide e cristalline. Una cultura pianistica incredibile esposta con un piacere di suonare che contagia tutti. Quando rimane sola nell’ultima parte del concerto per le variazioni su "I Got Rhythm" è incontenibile. Con una velocità esecutiva mozzafiato sempre al servizio di un’idea musicale, di un pianoforte come strumento totale, cambia accenti, sposta le frasi, incastra citazioni su citazioni, usa le corde come un contrabbasso, rivitalizza repertori che rischiavano di divenire museali. Ma si lascia andare anche a momenti profondamente intimi, sensuali, mai romantici. Come dopo i colpi di fulmine, a freddo, sarà il caso di riflettere a fondo su una artista, che mischiando talento, virtuosismi, idee e provocazioni, rappresenta un esempio di straordinaria complessità creativa.
Interpreti: Hiromi Uehara - pianoforte
Orchestra: Orchestra del Teatro Olimpico
Direttore: Giancarlo De lorenzo
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