Time in Jazz 3 | Veterani e giovani prodigi
Arild Andersen e il giovanissimo armeno Tigran Hamasyan per la quinta giornata
Recensione
jazz
Ad aprire la soirée della quinta giornata del Time In Jazz è stato il Tigran Trio, capitanato dal giovanissimo pianista armeno Tigran Hamasyan, classe 1987, e composto da Sylvain Romano al contrabbasso e dalle celebri bacchette di Jeff Ballard. A soli venticinque anni il pianista ha già la maturità di un grande decano, miscelando senza sforzo le radici musicali armene, dal melodismo esotico alla complessità ritmica, al linguaggio del jazz più moderno, lasciando trasparire anche un'attenta conoscenza della tradizione. A seguire Arild Andersen, storico bassista norvegese sodale di Garbarek, ha capitanato uno spettacolare “Fire” Quintet, dividendo il palco anche con Paolo Fresu. Il contrabbassista ha proposto una serie di sue composizioni dal linguaggio jazzistico contemporaneo, che a tratti si è tinto di una vena popolare. Come strumentista Andersen ha una tecnica impeccabile e un timbro maestoso e sempre presente. Le mani volano sulle corde con l'agilità di una farfalla, proponendo idee ritmiche e melodiche sorprendenti. C'è da dire che anche gli altri componenti non sono da meno. Impossibile infatti non citare lo splendido solo di beatbox e percussioni del batterista Patrice Heral, oppure i serrati scambi di idee tra Fresu e il sassofonista scozzese Tommy Smith. Una parola va spesa anche per Marcin Wasilewski, dal pianismo spigoloso e intelligente.
Interpreti: Tigran Trio Tigran Hamasyan (pf, live electronics); Sylvain Romano (cb); Jeff Ballard (batt). Arild Andersen “Fire” Quintet Arild Andersen (cb); Tommy Smith (sax); Paolo Fresu (tr, fl, live electronics); Marcin Wasilewski (pf); Patrice Heral (batt, perc, live electronics).
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