Time in Jazz 1 | L'anti guitar hero
Bill Frisell ha portato a Berchidda il nuovo lavoro “All We Are Saying”
Recensione
jazz
Nonostante sia da almeno tre decadi un caposcuola del suo strumento Bill Frisell non sembra preoccuparsene, incarnando la figura dell'anti guitar hero. Pacato e silenzioso pare a tratti vergognarsi dello sguardo attento dei presenti. D'un tratto le note di “Across the Universe” investono il pubblico, svelando un suono di chitarra minuziosamente rifinito, frutto di un prezioso lavoro di cesello. Ogni nota risplende chiara e nitida. Ogni suono è al suo posto e alimenta idee dalla continuità discorsiva, come se Bill conoscesse a priori l'esito di ogni brano o improvvisazione. A sostenere le sue idee trova una band perfettamente affiatata. Kenny Wollesen e Tony Scherr creano groove solidi e rilassati, trascinando i brani senza mai eccedere, come nel caso delle splendide “In My Life” e “Come Togheter”, mentre Greg Leisz costruisce architetture armoniche avvolgenti grazie all'etereo suono della pedal steel.
Il rispetto della struttura e delle melodie originali dei brani non impedisce alla band di renderle personali, aggiungendo e interpolando idee provenienti dai più disparati background musicali quali rock, jazz e country. In questo modo ogni composizione di Lennon acquisisce una forma totalmente nuova pur rimanendo intatta nella sua essenza. Infine Bill Frisell e la sua band vengono richiamati sul palco dal pubblico di Berchidda, regalando grandi emozioni con “Imagine” e “Nowhere Man”. Il degno epilogo di un concerto assolutamente memorabile.
Interpreti: Bill Frisell (chitarra, live electronics); Greg Leisz (pedal steel guitar); Tony Scherr (basso elettrico); Kenny Wollesen (batteria).
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
jazz
Stefano Battaglia e Mirco Mariottini chiudono ParmaJazz Frontiere
jazz
Pat Metheny è sempre lui: lo abbiamo ascoltato dal vivo a Madrid
jazz
La sessantunesima edizione della rassegna berlinese tra “passato, presente, futuro”