Più classico che jazz
Baptiste Trotignon sul palco del Pinocchio Live Jazz con la sorpresa Ballard
Recensione
jazz
L’esibizione in solo di Baptiste Trotignon sul palco del Pinocchio Live Jazz di Firenze suscita molte problematiche intorno al piano jazz. Per prima quella del rapporto tra tecnica e cultura pianistica, poi quella sui repertori. Dopo poche note sorprende che un musicista che vanta riconoscimenti del calibro del “Grand Prix du Jazz” e il “Django D’Or” dimostri in realtà scarsa cultura jazzistica. Tocco classico, limpido, melodia sempre in rilievo, lunghi intro arabescati, forte costruzione ritmica, fenomenale controllo della tastiera. Se però togliamo sprazzi stride, momenti percussivi, mai una inflessione blues, e un'improvvisazione che accumula materiali diversi che non perdono peso estetico, cioè non sviluppati, esposti con la sola forza di un notevole talento strumentale. Molti pianisti jazz amano la forma canzone, Trotignon non fa eccezione: rilegge con eleganza Brel - "Ne me quitte pas" - che rimane però tale, una gran bella canzone. Ascoltatevi Petrucciani in “Estate” – di Bruno Martino – tanto per capire come si può interpretare la musica “leggera”. Il problema più evidente è che il linguaggio di Trotignon possiede raramente le proprietà sonore del pianista jazz. Mettere in scaletta Monk, qualche standard, non promuove automaticamente tale. Pianista classico innamorato del jazz sicuramente si. Paradossalmente la presenza, come ospite a sorpresa, del batterista Jeff Ballard – suona con Brad Mehldau, Joshua Redman, Chick Corea – acutizza le problematiche. Nei brani in duo – tra i quali un “Caravan” energetico - la scarsa propensione allo swing del pianista francese limita le notevoli capacità ritmico coloristiche del musicista americano. Al Pinocchio si è ascoltato un giovane fenomeno della tastiera, per il pianista jazz dobbiamo aspettare.
Interpreti: Baptiste Trotignon - pianoforte ospite: Jeff Ballard - batteria
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