Ossigeno si tinge nero con la coppia Campbell-Lanegan

Più che Ossigeno, zolfo. Zolfo e anidride carbonica. Questa è l’atmosfera che si respirava all’interno del capannone di Parco Stura a Torino, mai così scuro. In fondo, conoscendo lo stile cavernoso di Mark Lanegan, era prevedibile.

Isobel Campbell e Mark Lanegan all'Ossigeno (foto Umberto Poli)
Isobel Campbell e Mark Lanegan all'Ossigeno (foto Umberto Poli)
Recensione
pop
Spazio 211 Torino
Questa volta, però, il tenebroso crooner venuto dal grunge - camicia nera, maglietta nera, jeans neri, scarpe nere - non era solo. Ad affiancarlo sul palco c’era l’affascinante Isobel Campbell, ex Belle and Sebastian, un raggio di sole in mezzo a tanto buio. Una coppia strana, non c’è che dire, ma già rodata da due dischi. Poche parole, pochi sguardi, pochi sorrisi. Però, che intesa. A Torino, per la seconda data italiana del tour europeo, i due hanno presentato il nuovissimo frutto della loro collaborazione artistica, lo struggente "Sunday at devil dirt". Alle 22.30 calano luci e silenzio. Dalle quinte fanno il loro ingresso i musicisti della band, seguiti dalla piccola Campbell. È poi la volta di Lanegan: andatura caracollante, due fessure impenetrabili al posto degli occhi. Raggiunge la postazione, brandisce l’asta del microfono e china la testa. Nella sala non vola una mosca. A spezzare la tensione è l’arpeggio delicato di “Seafaring Song” e l’intreccio delle voci dei due cantanti: quasi un’eco leggera quella di lei, un vortice baritonale quella di lui. Il concerto prosegue con “Carry on” (cover dei Gun Club) e poi con una serie di brani tratti sia da “Sunday at devil dirt” (“Back Burner”, “The Flame that burns”, “Salvation” ) sia dal precedente “Ballad of the broken seas” del 2006. Su tutti “Saturday’s gone”, cantata dalla sola Isobel, e la conclusiva "Wedding Dress": dopo tanta raffinatezza, finalmente, la furia elettrica e la (liberatoria) ovazione finale.

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