Ossessioni metropolitane per trombone e batteria
A Padova prima assoluta per il duo Gianluca Petrella/Bobby Previte
Recensione
jazz
Dopo il bellissimo concerto dei Buffalo Collision di Tim Berne, che ha aperto la rassegna "Ostinati" organizzata dal Centro d'Arte degli Studenti dell'Università di Padova, l'accogliente teatro Torresino ha ospitato in prima mondiale il duo tra il trombone di Gianluca Petrella e la batteria di Bobby Previte, due musicisti che avevano già incrociato le proprie idee in altri progetti, dal trio con Antonello Salis recentemente pubblicato su disco dalla Auand al quintetto Pan Atlantic.
Accolto dal pubblico con particolare affetto, il concerto ha in realtà alternato luci e ombre, incanalandosi da subito sui binari di un dialogo improvvisativo dai tratti ossessivi e metropolitani, scuri e iterativi, nei quali la ricerca timbrica - giocata attraverso l'esplorazione di ogni aspetto dello strumento - si affianca a una sottolineatura drammatica dello sviluppo narrativo.
Nel fare questo, l'anima "rock" e un po' troppo muscolare di Previte rischia di trascinare Petrella su terreni meno stimolanti di altre occasioni, specialmente quando il batterista si ostina a indagare i tribalismi urbani che mallets e tamburi gli ispirano, scivolando in eccessi di volume e di fraseggio.
Petrella si conferma uno degli artisti più rappresentativi del nostro jazz, eccellente nei cambi di registro e fantasioso quanto basta per mimare una irresistibile serie di invocazioni predicatorie o giocare l'intero bis su un fraseggio soffiato, senza emettere una "nota", mentre l'uso dell'elettronica può risultare a volte un po' faticoso.
In qualche momento si è sentita la "mancanza" di un terzo vertice che potesse scombinare le carte in tavola, specialmente verso la metà della serata, quando la pulsazione è sembrata a tratti monotona e uniforme. Prossimo appuntamento, con Cuong Vu, il 3 febbraio.
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