Nick Cave, Birthday Party per i cinquant'anni
Nick Cave e i suoi Bad Seeds sono in forma come non mai. A cinquant'anni compiuti, il cantante australiano smette i panni del cantautore e riscopre, ancora una volta, il fascino non discreto dell'elettricità.
Recensione
pop
Che Nick Cave fosse anche uno strepitoso autore di ballad ce ne eravamo quasi dimenticati, dopo due ore di concerto: la data milanese del rocker australiano, la prima di quattro italiane per questo 2008, è un muro sonico ininterrotto, che estirpa programmaticamente dalla scaletta ogni concessione al “cantautorato” intimista grazie al quale tanto abbiamo amato Cave almeno nell’ultimo decennio. Siamo, insomma, dalle parti dei Birthday Party - o di Grinderman - e ben lontani da album come "No more shall we part" (del tutto trascurato) o "Murder Ballads" (recuperato solo nello standard “Stagger Lee”, ultimo bis). Però, forse per contrasto, le (sole) quattro concessioni “liriche” si fanno ricordare, eccome: oltre alla bella “Jesus of the moon”, tratta dall’ultimo disco e con Warren Ellis al flauto, “Nobody’s baby now”, “The ship song” e un’emozionante ”Into my arms”, in chiusura con Cave per la prima e unica volta (!) al pianoforte. La scaletta - comunque - non delude: molti classici (“The Mercy Seat” accoppiata a “Deanna”, “Red Right Hand”, “Tupelo”…), molti brani di "Dig!!! Lazarus, Dig!!!" - altrimenti non imperdibili - rinvigoriti dall’energia del live. I Bad Seeds, a dispetto della calvizie incipiente, rumoreggiano come dei ventenni. Con due batterie e basso (oltre alle tastiere discrete di Conway Savage e al pacato - rispetto ai compagni - Mick Harvey alla chitarra), la sola sezione ritmica produce da sola una buona metà dell’impatto sonoro. Al resto ci pensa Cave alla chitarra elettrica (!) e soprattutto il perverso - come altro definirlo? - Warren Ellis al violino, che raramente si ricorda dell’archetto e produce suoni in libertà, svincolati da ogni funzione melodica o ritmica.
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
pop
Ai Docks di Losanna la musica resistente dei veterani Godspeed You! Black Emperor
pop
Il cantautore friulano presenta in concerto l’album d’esordio Hrudja
pop
Un grande live al nuovo Jumeaux Jazz Club di Losanna (con il dubbio che a Bombino lo status di condottiero tuareg cominci a pesare)