Nessun naufragio a Milano
Paolo Conte, nella lunga settimana al Teatro Smeraldo, non delude le aspettative
Recensione
pop
Pochi musicisti in Italia possono permettersi una settimana di residenza al Teatro Smeraldo, e la progressiva sottoesposizione di Paolo Conte alle conseguenze della fama rendono ogni suo live un piccolo evento. Questa volta, a dispetto della ritrosia e del burbero personaggio che negli anni è andato creandosi, Conte non si risparmia. Un’ora e mezza di concerto denso ed emozionante, accortamente mantenuto in costante picco emotivo. Il nuovo album c’è, nei suoi episodi migliori, ma soprattutto c'è il repertorio storico. Conte snocciola i classici poco a poco senza risparmio, con la nonchalance di chi – apparentemente – non ne conosce l’effetto emotivo sul pubblico. Rispettoso delle proprie canzoni tanto da rivestirle di nuovi umori pur senza snaturare l’originale, Conte ha la band (superlativa, come sempre) nelle mani come gomma, stira e dilata le canzoni, le allenta e le comprime con raffinata furbizia. Arrivano, sperate e attese, “Sotto le stelle del jazz” e “Genova per noi”, in piano solo, una “Alle prese con una verde milonga” elastica e sinuosa come non mai, lo swing di “Via con me” e poi “Come di”, “Gli impermeabili”, ancora credibile nonostante evochi banche più che rendez vous sotto la pioggia, le immancabili “Max” e “Diavolo Rosso”… C’è anche “Bartali”, lenta e dilatata su un tappeto di tastiere. Conte con l’età ha affinato molte cose, dall’intonazione agli arrangiamenti e vederlo, quasi inchiodato al pianoforte dalla luce innaturalmente bianca del riflettore, non fa che aumentare la sensazione di trovarsi di fronte a un fascinoso monumento. Le sue canzoni non solo resistono al tempo, ma paiono prendere ogni volta nuovi retrogusti e sapori. Canzoni sghembe, storte e spesso ricercatamente antipoetiche, eppure inevitabilmente inscritte nella nostra colonna sonora.
Interpreti: Daniele di Gregorio (batteria, piano, marimba); Jino Touche (contrabbasso, chitarra); Daniele dall'Omo (chitarra); Massimo Pitzianti (fisarmonica, bandoneon, clarinetto, sax baritono, pianoforte, tastiere); Claudio Chiara (sax, flauto, tastiere); Luca Velotti (sax, clarinetto): Lucio Caliendo (oboe, fagotto, percussioni, tastiera); Piergiorgio Rosso (violino).
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