Narratività nel jazz

Udin&Jazz 2012, nuovi progetti italiani fra rock e fumetto

Jazz Loft (foto Luca D'Agostino - Phocus Agency)
Jazz Loft (foto Luca D'Agostino - Phocus Agency)
Recensione
jazz
Udin&Jazz Udine
16 Giugno 2012
Il titolo del Festival di Udine, “Ground Zero”, ha evocato per il jazz uno scenario da dopobomba. Volendo accettare la provocazione tentiamo allora di leggere le diverse proposte nell’ottica di individuare una tendenza comune. Rimanendo nel campo del jazz italiano che nel programma 2012 ha avuto parte preponderante, quello internazionale era rappresentato da Dhafer Youssef, Aleksander Ipavec e Pharoah Sanders, tre concerti tra i più rilevanti possono essere accomunati sotto il tema "narratività". In tutti e tre i casi infatti i musicisti si riferiscono nel costruire la loro musica a narrazioni. In un paio di essi accanto allo specifico sonoro troviamo anche una componente visiva, un fumetto, oppure la parola, sotto forma di canto rap o di recitativo. Sembra emergere una esigenza forte di arricchire la performance con il racconto e di incardinare la struttura dei brani e la loro sequenza ad una forma che espliciti un senso extramusicale. Ma veniamo ai singoli progetti. Il flautista Massimo De Mattia e il pianista Bruno Cesselli con un inedito sestetto hanno presentato [i]Jazz Loft[/i]. Le musiche sono nate come colonna sonora dell’omonimo fumetto, un noir ambientato nel mondo del jazz della New York contemporanea. Atmosfere che fanno riferimento ad Hard-Bop, West Coast e Free. Strutture ben definite che vengono però interpretate con sensibilità aperta e con la propensione, tipica del flautista friulano, alla ricerca avventurosa. Ottimo il risultato che dimostra le potenzialità ancora tutte da esplorare di un rapporto non convenzionale tra scrittura e improvvisazione all’interno del linguaggio jazzistico. Il pianista Claudio Cojaniz ha presentato, con un successo delle grandi occasioni, la sua orchestra di sedici elementi Red Devils Band. [i]Carmen (The Land of Dances)[/i] è un disco e un fumetto che tratta, sotto forma di favola, di oppressione e rivolta mettendo insieme memorie partigiane e cronaca politica. Ricorda l’energia e la passione della Pan African Arkestra di Horace Tapscott ma suona in modo tutto nuovo. Blues, ritmi latini e balcanici. Musica ad alto tasso energetico ed emotivo. Gli interventi in free-style del rapper DJ Tubet sono notevoli per intelligenza e fantasia come quelli di tutti i musicisti, provenienti da esperienze nel campo di jazz, classica, folk, rock e blues. Il sardo Enzo Favata ha presentato [i]Os Caminhos de Garibaldi[/i] con l’ensemble Banda Garibaldina di Monte Surdu. Il tributo all’Eroe dei Due Mondi ha anche una parte video e recitata che però ad Udine mancava. Solo musica, ma di qualità. Favata, con il pianista Alfonso Santimone, ha rielaborato motivi risorgimentali e danze popolari sudamericane e italiane costruendo un affresco storico dai colori forti. Azzeccata la scelta di affiancare a piano, sax, basso e batteria una tromba e due tromboni che evocano con il loro tono squillante e il colore scuro fanfare e bande proiettandole però in un continuo oscillare tra free jazz storico e ironia avant-garde. Chi invece ha deciso di prendersi una pausa dalle narrazioni tematiche ed estese è Francesco Bearzatti che ha offerto in anteprima il suo nuovo [i]Monk and Roll[/i]. L’omaggio al grande pianista avviene mescolando alcuni dei suoi temi con altrettanti hit del rock e del pop di Lou Reed, Aerosmith, Police, Pink Floyd. Il sassofonista ritorna al suo precedente progetto [i]Sax Pistols[/i], con tanto di effetti elettronici applicati al sax che preferiremmo dosati con maggior parsimonia, ma il Quartetto Tinissima ha una potenza e spessore molto maggiore. Praticamente il miglior quartetto del momento. Si divertono e divertono. Il bisogno di leggerezza che contraddistingue questo lavoro sembrerebbe in controtendenza con le tre precedenti proposte ma forse ne è semplicemente l’altra faccia.

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