Mala, figlia di Mal

La Waldron apre il Festival Suoni, parole e ritmi dal mondo a Genova

Recensione
jazz
Suoni, parole e ritmi del mondo Genova
26 Gennaio 2013
Essere figli d'arte, in genere, è più una maledizione che un buon viatico per carriere originali. Inevitabile il confronto con l'illustre genitore. Succede nel variegato mondo della popular music, succede nel jazz contemporaneo, dove le figure ingombranti di genitori che sono stati decisivi per le estetiche di questa musica, qualche decennio fa, proiettano ombra anche maggiori. Per evitare la trappola ci vogliono umiltà, senso dei propri limiti, intelligenza. Tutte doti che per fortuna ha in abbondanza Mala Waldron, figlia di un pianista importante e mai dimenticato: Mal Waldron. Dal padre Mala ha preso il tocco scuro, tutto giocato sui registri bassi e medi della tastiera e il piacere dell'iterazione, ma di diverso ha un'attitudine “funk” che l'apparenta a uno Horace Silver o alle nobili derive popular del suono nero, soul music e rhythm and blues in primis. È merito anche di una bella voce di contralto usata spesso e senza risparmio, epurata da ogni “birignao” jazzistico, e tutta sostanza e imprevedibilità nella tornitura delle frasi. A Genova, Villa Bombrini, data conclusiva di un tour italiano, e prima di un bel festival organizzato dall'associazione Jazz Lighthouse, Mala era accompagnata da due jazzisti raffinati come il bassista Giovanni Sanguineti e il batterista Paolo Franciscone. Gran supporto per i suoi brani, come la raffinata "Whispers In The Wind", la commovente cover di uno dei brani simbolo del padre, "Soul Eyes", o la trascinante versione blues e stride di un classico come "Route 66". Mala si è concessa brevi spazi per il suo solismo scolpito e martellante, molto godibile, ma è stata ugualmente generosa nel lasciare spazio ai compagni di palco, osservati con il sorriso amabile di una madre attenta.

Interpreti: Mala Waldron, pianoforte e voce; Giovanni Sanguineti, contrabbasso; Paolo Franciscone, batteria.

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