Magie scandinave
Il sestetto di Christian Wallumrod ammalia l'ascolto a Novara Jazz
Recensione
jazz
A voler scrivere della musica di Christian Wallumrod si rischia facilmente di scivolare nel metafisico, e di esprimersi in termini di stregoneria, magia e sortilegio. Ma che si tratti di un’eredità ancestrale (miti e paesaggi nordici della nativa Norvegia) o di questioni di famiglia (la Magical Orchestra della sorella Susanna), per il sestetto che il pianista ha portato in scena nel raccolto auditorium del Conservatorio Cantelli si può davvero parlare d’incantesimi musicali. L’incanto del pubblico, da un lato, rapito dalle iperboree associazioni affettive che i gesti musicali dell’ensemble tendono ad evocare; dall’altro il fascino di una musica che si muove liberamente in territori di confine, tra scrittura ed improvvisazione, ed abbatte le tradizionali articolazioni formali senza perdere mai in coerenza e coesione. Tanto che ciò che subito colpisce occhi ed orecchi è il raccoglimento dei sei musicisti intorno alla sottile guida del leader, e la loro inesauribile ricerca sul timbro: Per Oddvar Johansen accarezza le sue percussioni, le sfiora con l’archetto, le batte con le dita; Eivind Lonning si esprime con soffi, emissioni e diteggiature sui pistoni; gli archi giocano con i colori più insoliti, così come il pianoforte, affiancato da harmonium e toy piano, spesso in stretto rapporto con l’arpa. Un’astrazione timbrica straniante, nella quale ogni singola nota è distillata come fosse l’ultimo respiro del mondo, e che accoglie spunti folk e richiami d’oriente, Scarlatti ed una musica elettronica senza elettronica (il set è tutto rigorosamente acustico). Sorta di Klangfarbenmelodie nel senso più ampio del termine, dove il rumore - per una volta senza bisogno di detonazioni - trova una sua ragion d’essere, o, meglio ancora, diventa la ragion d’essere della musica stessa.
Interpreti: Christian Wallumrod, piano, harmonium, toy piano; Eivind Lonning, tromba; Gjermund Larsen, violino; Tanja Orning, violoncello; Giovanna Pessi, arpa barocca; Per Oddvar Johansen; percussioni
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