Lunga vita a Saalfelden
Il festival austriaco ha celebrato il suo trentennale in un crescendo di suoni ed energia.
Recensione
jazz
“Las Vegas Tango” di Gil Evans riletta dal collettivo Sol 12 di Luc Ex; “Dogon A.D.” di Julius Hemphill suonata dal pianista Vijay Iyer; il tema di “Ascension” di Coltrane ad opera dell’Orkestrova del Rova Saxohone Quartet in versione “orchestrale”; l’energia ed il timbro del sassofonista Getachew Mekuria in compagnia del gruppo The Ex; l’applauso commosso ad un intenso e generoso Ornette Coleman; il ricordo appassionato del contrabbassista Fred Hopkins in un assolo epocale del batterista Pheeroan akLaff nel trio di Oliver Lake. Sono solo alcuni dei tanti momenti da conservare della trentesima edizione del festival di Saalfeden. L’anniversario è stato festeggiato nel migliore dei modi, collocando foto dei tanti artisti ospitati in trent’anni in ogni angolo della cittadina, dove si camminava circondati dalle facce del jazz, da Elvin Jones a Bobby Previte. Fuori da ogni celebrazione retorica il festival ha focalizzato sull’attualità, con una proposta che ha allineato artisti consolidati e nuove realtà, spaziando dai suoni abrasivi dei newyorchesi Little Women all’elettronica impalpabile di Ikue Mori e Zeena Parlins, ai mood sanguigni della Cosmic Band di Gianluca Petrella. La formula del festival prevede un'attività senza tregua, dalla sera del giovedì alla notte di domenica, ed è proprio nel rincorrersi delle sonorità che il festival delinea un campo d’azione vasto, che alimenta confronti e stabilisce tratti comuni tra le esperienze. Così Saalfelden prova a documentare sfaccettature diverse della musica d’oggi, fornendo una foto di gruppo finale che riesce a trasmettere fiducia e speranze per il futuro. Allora lunga vita al festival! Ed alla buona musica!
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