La VI edizione del Piacenza Jazz Fest apre con una produzione da sold out. L’evento è eccezionale, di quelli che trova d’accordo musicologi e jazzisti: l’esecuzione in prima assoluta di alcuni pezzi che Chet Baker scrisse 50 anni fa, durante i suoi trascorsi in Italia. Solo dieci melodie (ognuna con un titolo); alcune complete, altre solo abbozzate e senza alcun riferimento armonico. Nient’altro che una debole traccia. Tanto preziosa quanto unica testimonianza di Baker, interprete delicato, artista capace di fantasia e idee melodiche nelle sue improvvisazioni eppure mai compositore. Lo fu solo in quel buio periodo della sua esistenza forzata nel penitenziario di Lucca, dall’estate del ‘60 sino alla fine del ‘61. L’idea di riportare in vita quei fogli perduti è del musicologo Luca Bragalini. A Mauro Grossi, l’arduo compito di scrivere gli arrangiamenti e ricostruire le melodie incompiute. Il “soffio vitale” e poetico che dà voce alla musica, la tromba di Fresu. Ballad, swing, Latin... Il concerto decolla e dopo le lucide tonalità maggiori dei primi pezzi si arriva a “Lucca giugno 1961”, melodia di una manciata di note che i musicisti sanno far diventare il ritratto di Chet e della sua esistenza sofferta e consumata dagli eccessi. Eroina, prigione. Il sound morbido e vellutato del Baker anni ‘50 emerge in “Carol, in Love with Carol” (qui il riferimento di Fresu, ora con gli archi dell’Alborada 4et, va all’album del ‘55 “Sings and Plays”) mentre in “Seven Apples (wait for me)” prevale il Chet romantico e malinconico. Insomma gli arrangiamenti funzionano. E aldilà di qualsiasi intervento di restauro filologico, prevale l’idea di attualizzare i pezzi, lasciando che sia “semplicemente” musica e il gusto di suonarla (come in “Paola”). Necessaria ora una produzione discografica
Note: Produzione del Piacenza Jazz Fest. Direzione musicale: Paolo Fresu. Arrangiamenti: Mauro Grossi. Ideazione del progetto e cura musicologica: Luca Bragalini.
Prima assoluta
Interpreti: Paolo Fresu tromba e flicorno; Mauro Grossi, pianoforte; Riccardo Fioravanti, contrabbasso; Stefano Bagnoli, batteria.
Quartetto d'archi Alborada: Anton Berovski violino I; Sonia Peana, violino II; Nico Ciricugno, viola; Piero Salvatori, violoncello.