Nel programma lussureggiante del festival di Beaune, ha trionfato Marck Minkowski con "Iphigénie en Tauride" di Gluck e Ottavio Dantone con "Orlando" di Haendel. Ma la stella assoluta è stato il mezzosoprano svedese Ann Hallenberg, interprete del ruolo principale di Haendel.
Recensione
classica
Festival International de Musique Baroque Beaune
Christoph Willibald Gluck
14 Luglio 2006
Da festival di musica antica a festival di opera barocca. Il cammino percorso è già lungo. Anno dopo anno, il festival di Beaune apre il suo scrigno agli appassionati di ogni paese d'Europa.
Marc Minkowski, un habitué di questi luoghi, riporta alla ribalta "Iphigénie en Tauride" di Gluck, già nota al pubblico di Palais Garnier. Libera dalla regia – contestata – di Krzystof Warlikowski, l'esecuzione musicale impressiona per l'opulenza dell'orchestra. Il cast maschile, che riunisce Yann Beuron, Jean-Sébastien Bou e Franck Ferrari, è ideale, tanto per la bellezza vocale quanto per l'impegno drammatico.
Ma l'apice del festival è stato raggiunto al quarto week-end, intorno alla svedese Ann Hallenberg, che si sta imponendo come il migliore mezzosoprano haendeliano. In due serate consecutive, la Hallenberg ha potuto mostrare l'estensione del suo talento non comune, proponendo un tour de force nel ruolo eponomimo nell'"Orlando", diretto da Ottavio Dantone in stato di grazia, alla guida della perfetta Accademia Bizantina (ensemble che conta non pochi solisti eccelsi, a cominciare dal travolgente primo violino, Stefano Montanari). E poi il giorno dopo, il mezzosoprano svedese ha trionfato in un récital consacrato a opere interamente inedite, scelte intorno ai contemporanei di Mozart e scritte per i grandi castrati del Settecento.
Il pubblico non è riuscito a contenere l'entusiasmo e si è lasciato andare ad una vera standing ovation. Su due ottave e mezza, dal fa diesis grave al do acuto, la voce d'Ann Hallenberg si caratterizza per una virtuosità che si prende gioco dei più impensabili vocalizzi, sfoggiando un legato ammaliante, una pronuncia perfetta in tedesco, italiano e francese ed infine un colore timbrico unico, inconfondibile. Un'autentica perla rara.
Interpreti: nella stessa sera sarà eseguita anche "Orlando" de Haendel, Orch. Accademia Bizantina, dir. Ottavio Dantone
Orchestra: Les Musiciens du Louvre
Direttore: Mark Minkowski
Coro: Les Musiciens du Louvre
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
A Colonia l’Orlando di Händel tratta dall’Ariosto e l’Orlando di Virginia Woolf si fondono nel singolare allestimento firmato da Rafael Villalobos con Xavier Sabata protagonista
Jonas di Carissimi e Vanitas di cinque compositori contemporanei hanno chiuso le celebrazioni per i trecentocinquanta anni dalla morte del grande maestro del Seicento