La Puglia agli antipodi 6 | Ritorno a casa
Dopo gli hippy di Mullumbimby si torna in Italia
Recensione
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La band pugliese Kalàscima ritorna in Australia per il suo secondo tour intercontinentale, dal 24 ottobre al 24 novembre - con il sostegno di Puglia Sounds Export.
Come già in passato per il tour dei Nidi d'Arac, "il giornale della musica" seguirà i concerti e l'esperienza della band attraverso il blog di Riccardo Laganà, voce e tamburello del gruppo.
Mullumbimby è "la più grande piccola città” dell’Australia, come ci ricorda l’insegna incisa nel legno che ci accoglie alle porte della comunità. È un posto magico, a dieci minuti da Byron Bay, una delle spiagge più cool del continente oceanico. A metà degli anni Settanta, una piccola comunità di hippy si è insediata in questa piccola frazione e da allora non si è più spostata. Appena scendiamo dal nostro furgone ci rendiamo conto che i nostri ultimi concerti saranno speciali: la città è piena di colori, di musica, di giovani, anziani e famiglie che si muovono, rigorosamente a piedi nudi, per le poche strade del paese. Il festival che ci ospita è uno dei più belli e importanti della East Coast. Quattro giorni, dodici palchi e oltre 120 performance - e anche qui noi siamo tra gli headliner! Il primo concerto è nello stage della CourtHouse; un bel duo (chitarra e contrabbasso) apre il nostro concerto, e quando tocca a noi portiamo tutta la nostra energia anche al Mullum Music Festival e si balla, subito!
Il secondo concerto è fissato per il giorno dopo sul main stage, e così la sera abbiamo l’opportunità di seguire altri concerti e goderci questo splendido posto. Qui italiani non ce ne sono, ma incontriamo tanti altri giovani da ogni dove, tanta musica e non perdiamo l’occasione di fare un splendido giro sul Magic Bus, una sorta di discoteca a due piani ambulante tutta dipinta di mille colori che collega le varie venue del festival per tutta la notte. Il giorno dopo è un giorno particolare perché sarà il giorno del nostro ultimo concerto, ma non prima del workshop mattutino che ci dà l'occasione di parlare ancora una volta con i tanti interessati ospiti, della nostra musica e dei nostri strumenti, dando l’appuntamento al concerto serale.
Quando arriva il nostro momento, salutiamo il pubblico australiano come meglio non potevamo fare. Il concerto, l’ultimo, è sicuramente tra i migliori del tour. Oltre 700 persone riempiono la sala del palco principale, che sembra scoppiare. Prima del nostro show, vengono rimosse tutte le sedie, senza che nessuno di noi avesse chiesto nulla agli organizzatori.
Evidentemente è passata la voce che quando arrivano “the italians” (così ci chiamano) non c’è spazio per sedie e poltroncine… Il concerto è indimenticabile. Un impianto audio stratosferico ci permette di sprigionare tutto il nostro suono e il pubblico che ne viene travolto si esalta. Saltano e cantano con noi per tutto il concerto ed in un bagno di sudore passione e gioia generale, ci abbracciano lasciandoci un ricordo indelebile.
Il mattino seguente ci svegliamo per andare alla parata tradizionale di questo festival dove salutiamo tutti, uno per uno, stringiamo tante mani, promettiamo di tornare e ci godiamo questa processione pagana in cui ognuno suona qualcosa, e dove vediamo i celebri fondatori della comunità - gli anziani hippy - con figli e nipoti, che vivono ancora come il giorno in cui sono arrivati, vestiti di colori sgargianti, capelli lunghi e il sorriso sempre sul volto.
Lasciamo questo angolo di mondo “fuori dal mondo” e ci dirigiamo verso Brisbane, dove prenderemo il nostro volo per tornare a casa. Durante questo viaggio, le parole sono poche, due ore di strada ma quasi nessuno parla. Ognuno pensa e ripensa al mese trascorso, perché la fine del tour è ormai ad un passo. Abbiamo incontrato migliaia di persone, suonato per tantissime ore, visitato cinque stati e 20 diverse città per 25 concerti. Macinato migliaia di chilometri e volato in lungo e in largo per portare la nostra musica il più lontano possibile. Ogni persona, ogni città, ogni palco, ci ha segnato, ci ha lasciato qualcosa che resterà con noi, sempre. Un pizzico di tristezza nel lasciare questa terra che ci ha dato così tanto in questo tempo si mescola all’emozione di tornare a casa, ad Alessano, nel profondo Capo di Leuca a 17.000 chilometri di distanza. In Australia abbiamo portato il nostro tamburo, le nostre voci, le nostre storie, la nostra tradizione e l’amore per la nostra terra in un’altra terra, che è il più nuovo dei mondi. In cambio abbiamo ricevuto affetto, sorrisi, abbracci, rispetto e tanta ammirazione. E quando il volo decolla, quando la “nave volante”, l’A380, si stacca da terra, in quel preciso istante, sentiamo come se stessimo girando una pagina.
Ma ne siamo certi, questo libro, di pagine ne ha ancora tante e le sfoglieremo una per una, come abbiamo fatto con questa, bellissima e appena passata. Ciao Australia cara, grazie di cuore e… ci vediamo molto presto!
Mullumbimby è "la più grande piccola città” dell’Australia, come ci ricorda l’insegna incisa nel legno che ci accoglie alle porte della comunità. È un posto magico, a dieci minuti da Byron Bay, una delle spiagge più cool del continente oceanico. A metà degli anni Settanta, una piccola comunità di hippy si è insediata in questa piccola frazione e da allora non si è più spostata. Appena scendiamo dal nostro furgone ci rendiamo conto che i nostri ultimi concerti saranno speciali: la città è piena di colori, di musica, di giovani, anziani e famiglie che si muovono, rigorosamente a piedi nudi, per le poche strade del paese. Il festival che ci ospita è uno dei più belli e importanti della East Coast. Quattro giorni, dodici palchi e oltre 120 performance - e anche qui noi siamo tra gli headliner! Il primo concerto è nello stage della CourtHouse; un bel duo (chitarra e contrabbasso) apre il nostro concerto, e quando tocca a noi portiamo tutta la nostra energia anche al Mullum Music Festival e si balla, subito!
Il secondo concerto è fissato per il giorno dopo sul main stage, e così la sera abbiamo l’opportunità di seguire altri concerti e goderci questo splendido posto. Qui italiani non ce ne sono, ma incontriamo tanti altri giovani da ogni dove, tanta musica e non perdiamo l’occasione di fare un splendido giro sul Magic Bus, una sorta di discoteca a due piani ambulante tutta dipinta di mille colori che collega le varie venue del festival per tutta la notte. Il giorno dopo è un giorno particolare perché sarà il giorno del nostro ultimo concerto, ma non prima del workshop mattutino che ci dà l'occasione di parlare ancora una volta con i tanti interessati ospiti, della nostra musica e dei nostri strumenti, dando l’appuntamento al concerto serale.
Quando arriva il nostro momento, salutiamo il pubblico australiano come meglio non potevamo fare. Il concerto, l’ultimo, è sicuramente tra i migliori del tour. Oltre 700 persone riempiono la sala del palco principale, che sembra scoppiare. Prima del nostro show, vengono rimosse tutte le sedie, senza che nessuno di noi avesse chiesto nulla agli organizzatori.
Evidentemente è passata la voce che quando arrivano “the italians” (così ci chiamano) non c’è spazio per sedie e poltroncine… Il concerto è indimenticabile. Un impianto audio stratosferico ci permette di sprigionare tutto il nostro suono e il pubblico che ne viene travolto si esalta. Saltano e cantano con noi per tutto il concerto ed in un bagno di sudore passione e gioia generale, ci abbracciano lasciandoci un ricordo indelebile.
Il mattino seguente ci svegliamo per andare alla parata tradizionale di questo festival dove salutiamo tutti, uno per uno, stringiamo tante mani, promettiamo di tornare e ci godiamo questa processione pagana in cui ognuno suona qualcosa, e dove vediamo i celebri fondatori della comunità - gli anziani hippy - con figli e nipoti, che vivono ancora come il giorno in cui sono arrivati, vestiti di colori sgargianti, capelli lunghi e il sorriso sempre sul volto.
Lasciamo questo angolo di mondo “fuori dal mondo” e ci dirigiamo verso Brisbane, dove prenderemo il nostro volo per tornare a casa. Durante questo viaggio, le parole sono poche, due ore di strada ma quasi nessuno parla. Ognuno pensa e ripensa al mese trascorso, perché la fine del tour è ormai ad un passo. Abbiamo incontrato migliaia di persone, suonato per tantissime ore, visitato cinque stati e 20 diverse città per 25 concerti. Macinato migliaia di chilometri e volato in lungo e in largo per portare la nostra musica il più lontano possibile. Ogni persona, ogni città, ogni palco, ci ha segnato, ci ha lasciato qualcosa che resterà con noi, sempre. Un pizzico di tristezza nel lasciare questa terra che ci ha dato così tanto in questo tempo si mescola all’emozione di tornare a casa, ad Alessano, nel profondo Capo di Leuca a 17.000 chilometri di distanza. In Australia abbiamo portato il nostro tamburo, le nostre voci, le nostre storie, la nostra tradizione e l’amore per la nostra terra in un’altra terra, che è il più nuovo dei mondi. In cambio abbiamo ricevuto affetto, sorrisi, abbracci, rispetto e tanta ammirazione. E quando il volo decolla, quando la “nave volante”, l’A380, si stacca da terra, in quel preciso istante, sentiamo come se stessimo girando una pagina.
Ma ne siamo certi, questo libro, di pagine ne ha ancora tante e le sfoglieremo una per una, come abbiamo fatto con questa, bellissima e appena passata. Ciao Australia cara, grazie di cuore e… ci vediamo molto presto!
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