Il folklore e il violoncello
Grande successo della Friedlander's Bonebridge Band al Pinocchio Live Jazz di Firenze
Recensione
jazz
Ti innamori subito del violoncello di Erik Friedlander. Frizzante, inquieto, popolare, qualunque direzione prenda lo fa sempre con eleganza, leggerezza, idee. Talento e virtuosismo, tratti ampiamente riconosciuti che oggi nella progettualità della sua Bonebridge Band ci regalano anche una piacevole lezione sulle origini della musica popolare americana. Le radici blues del profondo sud, ma soprattutto il peso del folklore bianco, quel country western che ci riporta idealmente nelle fumose ambientazioni degli [i]honky tonks[/i]. Al Pinocchio di Firenze non c’è fumo, ma un gran pubblico caloroso pronto a scatenarsi, ma anche rispettare gli equilibri e le raffinatezze di una musica dai tratti cameristici. La parte del leone la fa la chitarra slide di Doug Wamble: un vero funambolo, che senza l’aiuto di accessori ottiene un glissato sopraffino ma soprattutto espone una profonda conoscenza della chitarra jazz, cita musicalità e fantasia improvvisativa di Wes Montgomery, ricorda la freschezza melodica di Jim Hall, e supera le esperienze folk di Bill Frisell a favore di un linguaggio aperto, di un suono moderno e graffiante. Ma la band di Friedlander è composta da super star. Michael Sarin si prende tutte le libertà possibili: percussionista raffinato, gioca sui colori, raddoppia i tempi, libera nello spazio cellule ritmiche che si incastrano nella ragnatela delle corde. Il contrabbasso di Trevor Dunn, dotato di una solidità mirabile, definisce i confini elastici della trama ritmica: forse sacrificato, con poche uscite soliste, si dimostra però indispensabile. Friedlander conferma invece con la solita classe come le possibilità di linguaggio ed espressive del proprio strumento paiano infinite. Una duttilità straordinaria su tutti i fronti sonori, contemporanei o folklorici che siano. Anche poetici.
Interpreti: Erik Friedlander: violoncello; Doug Wamble: chitarra; Trevor Dunn: contrabbasso: Michael Sarin: batteria.
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