I Turchini fanno il bis, o sia "Partenope" 2
Dopo quella di Vinci, i Turchini sotto la guida di Antonio Florio affrontano la "Partenope" di Haendel, proposta al Festival di Beaune. Per il pubblico, un'occasione per confrontare le due opere e per scoprire il complesso napoletano alle prese con un grande capolavoro.
Recensione
classica
Da una "Partenope" all'altra. Dopo il trionfo dello scorso anno con quella di Leonardo Vinci, Antonio Florio e la Cappella de' Turchini tentano (e riescono) il bis. Quest'anno è la volta dell'omonima opera di Haendel, composta per Londra nel 1730. E dal cilindro magico del Festival di Beaune fuoriesce ancora una volta una produzione per nulla ordinaria. Le ragioni per non perdersi questa Partenope erano, di fatti, almeno due. Una storica: l'occasione di mettere Vinci e Haendel a confronto. La seconda non meno rilevante: Florio e i Turchini entrano nella tana del lupo: tornano al festival di Beaune affrontando il repertorio haendeliano, già appannaggio di una lunga serie di ensembles confermati. L'esito della serata dimostrerà che la sfida è stata ampiamente vinta: formatisi con un repertorio dimenticato, i Turchini vantano ormai una consolidata maturità che permette loro di avventurarsi in sentieri battuti.
Se non può permettersi lo sfoggio di ampie schiere di corde, l'ensemble napoletano ha un asso nella manica: la coesione di un gruppo tenuto insieme dallo spirito artigianale della "cappella" barocca. Se ne ha un'eco in questo Haendel, in cui la sensualità dei colori, la cesellatura dei dettagli hanno la meglio sulla potenza della massa. E certo va reso omaggio agli eccellenti fiati (peccato che i nomi degli strumentisti non figurino nel pur elegante programma di sala).
Nel cast, spicca senza alcun dubbio la giovanissima Valentina Variale che quasi all'ultimo momento ha sostituito Maria Ercolano nel ruolo di Armindo. Si temeva una soluzione di ripiego ed invece ci si è trovati di fronte alla rivelazione della serata. Quella della Variale è una voce scura, potente già tecnicamente solida (anche se eccelle più nelle estremità del registro che nella zona mediana). Agilissima Maria Grazia Schiavo nei panni della eroina eponima. Purtroppo, i tagli della produzione hanno penalizzato Renata Pokupic a favore di Sonia Prina che ha guadagnato il secondo posto nel cast. E resta il rimpianto di non avere approfittato abbastanza del mezzosoprano di Zagabria.
Piena di eleganza, la "Partenope" di Florio non dà tregua all'ascoltatore che, a dispetto di una versione da concerto, ritrova tutta la tensione e la dinamicità del teatro in musica. Ancora una perla del festival di Beaune.
Interpreti: Maria Grazia Schiavo: Partenope; Renata Pokupic: Arsace Sonia Prina: Rosmira, Eurimene
Orchestra: Cappella de' Turchini
Direttore: AntonioFlorio
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
classica
Jonas di Carissimi e Vanitas di cinque compositori contemporanei hanno chiuso le celebrazioni per i trecentocinquanta anni dalla morte del grande maestro del Seicento
classica
Il primo pianista francese a vincere il Čajkovskij di Mosca conquista il pubblico milanese con un interessante quanto insolito programma.