Haynes: la batteria jazz
La Fountain of Youth di Roy Haynes a Vicenza Jazz
Recensione
jazz
Roy Haynes è un ottantaquattrenne buontempone che pensa di farci credere, chiamando il proprio gruppo “Fountain Of Youth Band”, di aver bisogno intorno a sé di giovani per assorbirne energia e idee. È invece proprio lui che con straordinario e inossidabile linguaggio strumentale detta ancora la direzione della musica. Non solo, le sue sfavillanti esibizioni, come quella all’Olimpico di Vicenza, funzionano da antidoto contro chi vorrebbe congelarlo dentro una teca come uno dei più grandi batteristi della storia del jazz. Ma di quale jazz ? A chi ha suonato nel 1947 con Lester Young, nel 1949 con Charlie Parker, nel 1953 con Thelonious Monk, nel 1963 con John Coltrane, negli anni Ottanta con Corea e Petruccciani e nei Novanta con Pat Metheny basterebbe una risata per buttare all’aria tutti gli steccati stilistici che ci siamo costruiti. Il concerto di Vicenza accanto ai bravi e diligenti “nipotini” ripropone tutti i suoi punti di forza: la delicatezza del tocco quasi discreto nell’accompagnamento, la rapidità del drumming sul rullante, l’uso della cassa inimitabile, i silenzi che preludono ad infuocate sequenze percussive, il solo come riproposizione maniacale della struttura melodica del brano. Ma non dimentichiamo che Haynes è anche un grande scopritore di talenti. Questa volta sul palco dell’Olimpico uno c’è sicuramente: il sassofonista Jaleel Shaw, di stretta fede parkeriana, ma coraggioso e personale soprattutto al soprano con il quale si prende ampi spazi liberi. Il pianoforte di Martin Bejerano e il contrabbasso di David Wong risultano più allineati ma sufficientemente aperti al dialogo con il leader. Rispetto al quale, in pieno accordo con la presentazione del direttore artistico, non possediamo più aggettivi validi per parlarne ancora.
Interpreti: Roy Haynes - batteria Jaleel Shaw - sassofoni Martin Bejerano - pianoforte David Wong - contrabbasso
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