Da sempre la canzone di Capossela è un costante gioco, raffinato nella sua apparente naiveté, con gli stereotipi (testuali e musicali) della canzonetta. Tanto che ha creato - o forse definito - in Italia una “poetica dello sghembo”, della “canzone a manovella” dai molti imitatori. Con questo “Solo Tour” (appena all’inizio: proseguirà fino a primavera nei teatri), ci sembra, il meccanismo viene ulteriormente forzato: Capossela gioca con lo stereotipo di se stesso, evitando come nessuno il rischio della maniera (male cronico dei cantautori italiani, cui solo pochi grandi sono scampati). Il concerto è concepito come un freak show d’altri tempi, in cui i fenomeni da baraccone, oggetti insieme malinconici e buffi, sono i personaggi delle canzoni di Capossela, forse le canzoni stesse. Così il Vinicio, esaurita una prima parte più misurata (seppur emozionante) interamente dedicata al nuovo album, nella seconda parte si scatena. Si fa costruire intorno una gabbia (!) mentre canta, in russo a una velocità formidabile, “La Ginnastica” di Vissotsky, e poi infila di seguito una serie di brani dalla potenza inusitata. Eccoli i freak: la Medusa dell’omonimo cha cha cha, il Minotauro-mamuthone di “Brucia Troia” spinto dentro a bastonate, il vario baraccone di “Marajà”, il tarantolato del Ballo di San Vito, "Dalla parte di Spessotto" tramutata in inno ai Cuneesi al Rhum (!)… La band, leggera sulle ballad, ora spinge con violenza inattesa e il pubblico infreddolito (il concerto si tiene sotto la bella ala del mercato di Cuneo, perfettamente adeguata al concept) rimane come in apnea. Poi ci si calma, e c’è tempo per classici più soft: “Come una rosa”, “Nutless”… Ma il pensiero rimane a quella sequenza devastante. Capossela, capocomico sgraziato e romantico, è una volta di più "Gigante e mago" della nostra, piccola canzone.
Interpreti: Vinicio Capossela, Pianoforti, Chitarre, organo; Glauco Zuppiroli, contrabbasso, basso mariachi; Zeno De Rossi, batteria e grancassa da banda; Vincenzo Vasi, theremin, vibrafono, marimba, glockenspiel, campionatori etc; Mauro Ottolini e Achille Succi, ottoni; Alessandro Stefana, chitarra, banjo, elettronica, autoharp, slide guitar, violinarpa.
Christopher Wonder (il mago), Jessica Love - The Elastic Lady (mangiafuoco, donna tatuata.)