Eruzioni vulcaniche colpiscono Novara

Il magma sonoro di The Thing invade il Novara Jazz Fest

Foto di Max Catanzaro
Foto di Max Catanzaro
Recensione
jazz
Novara Jazz Novara
04 Febbraio 2012
The Thing. No, non stiamo parlando di un vecchio film horror. Né tanto meno del roccioso forzuto dei fantastici quattro. The Thing è un trio scandinavo che da oltre dieci anni sta agitando le fondamenta della scena europea. Un suono nordico, ma lontano dall'eleganza lirica di Esbjörn Svensson o dal nu jazz di Nils Petter Molvaer. La musica di The Thing è un'esplosione panica, un torrente di energy music tutta muscoli e adrenalina. Un vortice informe modellato dal sax di Max Gustafsson che regge le fila dell'esecuzione con gesti e segnali sonori. La sezione ritmica di Ingebrigt Håker Flaten e Paal Nilssen-Love, svincolata da qualsiasi funzione di accompagnamento, si inserisce con inaspettata ferocia lungo le linee dinamiche dettate dal sassofono. Sul palco dell'auditorium Cantelli di Novara i tre propongono alcune lunghe libere improvvisazioni avvalendosi dell'ampia tavolozza timbrica del pianista catalano Augustì Fernandez e della irruente tromba del giovane fenomeno neworkese Peter Evans. Graffiante, irruente, Fernandez sembra dimenticarsi della natura armonica del suo strumento e impasta un incandescente magma sonoro, intervenendo spesso direttamente sulle corde con oggetti di ogni tipo. Evans, dal canto suo, si presenta con un'aria da serio impiegato che sotto sotto cela un'ironia iconoclasta: con la sua pocket trumpet, di inevitabile ascendenza cherryana, interseca folate di note con acuti stridori, tessendo un contrappunto singhiozzato con il sassofono di Gustafsson. Una performance vulcanica. Musica come polvere da sparo che non può certo lasciare indifferenti.

Interpreti: Mats Gustafsson - sassofono; Ingebrigt Haaker Flaten - contrabbasso; Paal Nilsson-Love - batteria; Peter Evans - tromba e pocket trumpet; Agustí Fernández - pianoforte

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