Criolo e la pioggia

Tempo incerto per la serata milanese che doveva ospitare il personaggio musicale del momento in Brasile: Criolo, osannato da Caetano e da Chico Buarque, protagonista da vent’anni nella scena hip hop della periferia di São Paulo. È il suo primo tour europeo e presenta il secondo e (pluripremiato in patria) album “Nó Na Orelha”, dieci brani prodotti da Daniel Ganjaman (tastiere) e Marcelo Cabral (basso elettrico). Con loro tre sul palco, altri ben cinque ottimi musicisti: Thiago França, sax e flauto; Guilherme Held, chitarre; Maurício Bade, percussioni; Sérgio Machado, batteria; DJ Dan Dan, carismatico “hype man”. Scende il temporale e il concerto è cancellato, ma i fan brasiliani di Criolo (qualcuno è arrivato anche da Parma) non si rassegnano. Rimangono, aspettano, sperano. Criolo non li vuole deludere e si trova non lontano uno spazio disponibile a ospitare una versione ridotta dell’atteso concerto. C’è addirittura un pianoforte, e Ganjaman dice che è in buone condizioni; Criolo, band e tecnici si preparano. Arriva un altro po' di pubblico, richiamato da cellulari vari. Alle 22:45 inizia un'ora abbondante di musica acustica e gratuita che spazia dal rap alla ballata romantica passando dal reggae, dal soul e dal samba. La qualità dell’ascolto non è ottimale, ma Criolo è un interprete concentrato, forte, emozionato e allo stesso tempo sereno. La sua voce è calda e precisa, i testi, potenti e mai scontati. Tutti ballano con loro – sono tanto vicini! - dalla prima nota e dopo un'ora è proprio festa grande. Siamo sudati, felici, vogliamo ancora e loro tornano, fanno uno, due bis. La pioggia è lontana, la musica ancora talvolta è passione pura e lava l'anima di chi la fa e di chi se la gode.