Cojaniz in Spagna
La chiusura del Dedica Festival di Pordenone con il pianista, in trio
Recensione
jazz
La rassegna letteraria Dedica Festival ha concluso la sua edizione annuale con un concerto del pianista Claudio Cojaniz dal titolo inequivocabile: “Flores y Libertad”. Dato che il protagonista della manifestazione monografica quest’anno era lo spagnolo Javier Cercas, autore del celebrato romanzo sulla Guerra Civile [i]I soldati di Salamina[/i], il programma della serata era incentrato su melodie e ritmi ispanici. Con il pianista il suo A.P. Trio, completato dal contrabbassista Alessandro Turchet e dal batterista Luca Colussi, che ha ospitato la violinista Maria Vicentini (già insieme a Cojaniz nella N.I.O.N. Orchestra). I richiami al canzoniere antifascista, nella declinazione che ne diede a suo tempo Charlie Haden con la sua Liberation Music Orchestra, sono dichiarati e ben visibili ma subito oltrepassati per approdare ad un universo musicale personale. Cojaniz ha mescolato brani di sua composizione di sapore latino, tra cui spicca il contagioso "Bolero Rojo", con suggestioni africane anche ispirate direttamente a canzoni tradizionali del continente nero. Il pianismo del leader riluce di bagliori che ricordano Abdullah Ibrahim e Don Pullen in una felice sintesi tra gioia ritmica e incantamento sensuale. La nitidezza delle linee melodiche è ben bilanciata dalle aperture improvvisative dei singoli spesso protagonisti di serrati dialoghi.
L’alto grado di maturazione del trio che ora ha un suono pieno e potente e un grado di empatia invidiabile si è ben fuso con il violino di stampo classico e folk della Vicentini, producendo un concerto palpitante salutato con applausi convinti del pubblico che hanno richiamato i musicisti per due bis.
Interpreti: Claudio Cojaniz: pianoforte; Alessandro Turchet: contrabbasso; Luca Colussi: batteria; Maria Vicentini: violino.
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