Cercando la canzone d'autore
Edizione 33 per la rassegna sanremese: poche le novità, brillano i "fuori quota"
Recensione
pop
«Una ricognizione nella canzone d’autore per verificarne lo stato di salute». Questo il “tema” del Tenco 2008, nelle parole del presentatore Antonio Silva. Una ricognizione che non sembra aver rivelato potenziali cantautori “di distruzione di massa”, capaci di esplodere e scuotere con l’inedito la nostra canzone d’autore. Tra le nuove proposte, interessanti sono state le performance di Ettore Giuradei e Cordepazze, da risentire sulla lunga distanza Jang Senato e Banda Elastica Pellizza (che si è aggiudicata il Premio Siae attribuito dal Club Tenco), dimenticabilissimo Giovanni Block (che ricevette lo stesso premio l’anno scorso). I momenti migliori sono arrivati dagli artisti in qualche modo “fuori dal giro” del Club Tenco. Intanto i premiati: strepitosi (e c’era da attenderselo) Eugenio Finardi e l’ensemble Sentieri Selvaggi diretto da Carlo Boccadoro nell’omaggio a Vissotsky. Stupiscono le pur belle performance di Luci della Centrale Elettrica e Baustelle, che di questa edizione erano le vere novità: come in una parziale concessione all’ipotetico “stile Club Tenco”, entrambi optano per soluzioni unplugged privandosi della loro forse insopprimibile (almeno per Le Luci) impronta elettrica: Vasco Brondi si fa accompagnare dal fido Canali alla chitarra acustica e da un violoncello, i Baustelle da un quartetto d’archi. Bella la versione di “Latte 70” di Gaber cantata da Bianconi, anche se si avvertono sbavature imputabili alla scarsa dimestichezza con la formazione. Scelta simile anche per Frankie Hi-Nrg, in trio basso-batteria-chitarra classica. Ancora tra gli extra-Tenco, brillano Ascanio Celestini, le cui canzoni sembrano il proseguimento del suo teatro con altri mezzi (“La Rivoluzione” è una “Domenica delle Salme” per l’era berlusconiana) e Caparezza, che chiude la seconda serata con “Quelli che benpensano”, ospite Frankie Hi-Nrg.
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