Bignami Irish
A MITO i Masters of Tradition di Martin Hayes
Recensione
world
Da un paio d’anni a questa parte, a MITO, bisogna setacciare il programma fino al fondo per trovare qualche evento di folk, pop e world music che tenga il confronto con il SettembreMusica che fu, e con il programma “colto”: pochi dubbi, per l’edizione 2014, su cosa puntare. I “Maestri” irish, portati dal Folk Club di Torino al Teatro Colosseo, rappresentavano una di quelle certezze da segnare con la biro rossa. Messi insieme dal violinista Martin Hayes come “selezione” del meglio del suo festival di Bantry, i Masters of Tradition sono qualcosa di diverso da un “supergruppo”. Piuttosto, una vetrina itinerante di quanto di meglio offre, oggi, il revival irish. Soprattutto, la formula scelta – piccole formazioni di sapore cameristico, momenti in solo (che è anche la formula del festival di Bantry) – rende onore tanto alla qualità dei solisti, quanto alla ricchezza della musica irlandese di matrice tradizionale, fuori da ogni compiacimento e cliché. Il gruppo e lo spettacolo sono ben rodati da tour internazionali: quella di Torino è, però, la prima data “sul continente”: apre Iarla O’Lionaird, magnifico interprete del canto sean nós, con una lunga sequenza in solo. Seguono le uillean pipes di David Power, in solo e in duo con O’Lionaird. Il concerto tocca il suo primo vertice con la lunga sequenza in solitaria di Martin Hayes. Dopo la pausa, è il rodato trio di Cathal Hayden (violino), Mairtin O’Connor (organetto) e Sèamie O’Dowd (chitarra) a conquistare il pubblico, alzando ritmo e temperatura con una sequenza di jig e reel, e una funambolica trascrizione dell’Arrival of the Queen of Sheba di Haendel. Immancabile finale con tutti insieme sul palco. Che aggiungere, oltre alla mera cronaca di quanto visto? “Vetrina”, si diceva, di qualità sopraffina. Un bignami, quasi, di quello che “serve sapere” sulla musica irlandese, didascalie comprese. Una buona idea, portarlo a MITO – festival “colto” ma di pubblico, normalmente, generalista: se si può avere una sola cosa, tanto vale sia esaustiva!
Interpreti: Martin Hayes: violino; Cathal Hayden: violino; Séamie O’Dowd: chitarra; Máirtín O’Connor: organetto; David Power: uillean pipes; Iarla O’Lionaird: voce.
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
world
Racconto dal Premio Parodi 2024, sempre meno "world music" ma sempre più riconoscibile
world
Il progetto Flamenco Criollo ha inaugurato con successo il Festival Aperto 2024