Torino Jazz Festival 2023, il programma
L'undicesima edizione del TJF vede il ritorno di Stefano Zenni
È cambiata la giunta, ed è cambiata anche la direzione artistica: il Torino Jazz Festival annuncia il programma della sua undicesima edizione – dal 22 al 30 aprile 2023 – ed è ritorno al passato. A raccontare i 9 giorni di concerti, nella sala Colonne del Comune, c’è infatti Stefano Zenni, che aveva diretto il TJF per diversi anni prima della gestione di Giorgio Li Calzi e Diego Borotti.
Gli anni però sono passati, e lo stesso Zenni ci tiene a ricordare, in apertura di conferenza stampa, che è in primis il festival stesso a essere cambiato (mentre ringrazia con giusta signorilità i suoi predecessori, che hanno saputo garantire gli importanti fondi del FUS).
Le novità in effetti non mancano. La formula rimane quella di una rassegna in parte a pagamento, ma con prezzi decisamente popolari. Aumentano le venue – che ora includono anche sale più periferiche e abitualmente poco orientate al jazz, come Hiroshima Mon Amour e Bunker – e si ripensa il rapporto con i club che – spiega ancora Zenni – in molti casi hanno proposto una loro programmazione, in collaborazione con la direzione artistica.
Veniamo al cartellone, che è decisamente intrigante (e per ora sono stati annunciati solo i concerti principali).
Si apre il 22 con una produzione originale: Peppe Servillo (alle letture) con TJF All Stars alle prese con Natura morta con custodia di sax, dal libro di Geoff Dyer. Segue il 23 un omaggio a Laura Betti con Cristina Zavalloni e l’Orchestra del Conservatorio di Torino.
Il 24 la settimana si apre con il trio di Federica Michisanti che ospita Louis Sclavis, e con uno dei live prevedibilmente più attesi: l’inedito trio Shabaka Hutchings, Majid Bekkas e Hamid Drake.
Martedì 25 aprile ancora di scena Hamid Drake con un omaggio ad Alice Coltrane, e uno dei gruppi più celebrati di questi anni, Steve Coleman and Five Elements.
Mercoledì 26 aprile torna il progetto Zapping di Furio Di Castri, dedicato a Frank Zappa. Il giorno seguente – 27 aprile – spazio ancora all’Italia con Roberto Ottaviano, ma anche al progetto Circus di Paal Nilssen-Love.
Il 28, oltre a Francesco Diodati – con il progetto tellKujira, a metà fra la band rock e il quartetto d’archi – è di scena un altro dei concerti più attesi: il solo di Craig Taborn.
Al piano solo di Taborn fa da contraltare, il giorno seguente, quello di Eva Risser al pianoforte verticale preparato (Risser sarà di scena anche il 30 con la Red Desert Orchestra) mentre la sera tocca al batterista Sarathy Korwar, altro celebrato prodotto della nuova scena inglese.
Chiusura domenicale, il 30, con Stefano Bollani, in solo e con il suo Danish Trio.